Ludovico Ferri è uno scrittore e poeta che vive nell’opulenta Perugia del 1929. Aduso alla frequentazione di bordelli e all’uso di psicotropi attivi – così come si confaceva a ogni intellettuale dell’epoca – è considerato un
illustre erudito da appassionati di narrativa e dagli editori. Purtroppo però, l’opera a cui è maggiormente legato, “Il seme”, viene costantemente respinta dalle case editrici alle quali si rivolge, in quanto ritenuta offensiva nei confronti della morale comune e dei costumi medio borghesi. Affranto, il Ferri, inizierà a peregrinare fra bettole e osterie, e in una di queste si lascerà andare a dei complimenti non richiesti nei confronti di una donna impegnata. Il compagno di quest’ultima minaccerà Ludovico, il quale verrà salvato dall’intervento di Andrea, un giovane perdutamente invaghito delle abilità poetiche del Ferri. Così il letterato conoscerà Elena, madre del
ragazzo e vedova di lungo corso, con la quale intreccerà una relazione sensuale e inaspettata.