A Casa di Lucia | I LUOGHI DEI FLORIO
33158
post-template-default,single,single-post,postid-33158,single-format-standard,theme-bridge,bridge-core-1.0.2,no-js,woocommerce-no-js,ajax_fade,page_not_loaded,,vertical_menu_enabled,qode-title-hidden,side_area_uncovered_from_content,transparent_content,columns-4,qode-theme-ver-18.0.4,qode-theme-bridge,disabled_footer_top,wpb-js-composer js-comp-ver-5.7,vc_responsive

I LUOGHI DEI FLORIO

A rendere immortale la leggenda dei Florio nell’immaginario palermitano ed artistico sono stati soprattutto i luoghi: partendo poverissimi da via dei Materassai, alla Vucciria, riuscirono ad esprimere il loro potere attraverso abitazioni sempre più lussuose e particolari, di cui ancora oggi possiamo ammirare i segni, ma soprattutto i “tesori”, accumulati grazie allo spirito innovativo che li ha contraddistinti e alla passione per l’arte, la musica e il design.

Villa Igiea, considerata una delle opere più rappresentative dello stile Liberty a livello europeo; passando per Villino Florio e la Palazzina dei Quattro Pizzi all’Arenella, che fece invidia persino allo zar di Russia.

Palazzo Wirz all’Olivuzza, conosciuto anche come l’ex Palazzo Florio, fu realizzato nel 1834 e fa parte ancora oggi della restante porzione di quella cortina edilizia dell’Ottocento, comprendente le attigue palazzine Florio (sede storica dall’ordine degli architetti di Palermo) e Maniscalco-Basile.

Entrò nell’orbita proprietaria della famiglia del senatore Florio (nella seconda metà dell’Ottocento) per poi finire a far parte delle strutture abitative gravitanti nel circuito del parco suburbano, al centro del quale venne realizzato nel 1900 il Villino Florio progettato da Ernesto Basile, finendo poi per confluire nella proprietà dei conti Wirz. 

Oggi l’edificio, così come l’intera cortina degli edifici storici sopravvissuti al sacco edilizio del quartiere, avrebbe bisogno di un rigoroso progetto di restauro capace di restituirne l’originale bellezza.

Il palazzo cosiddetto Florio-Fitalia costituisce oggi solamente una piccola porzione di un vastissimo complesso architettonico che si affacciava su piazza Principe di Camporeale e aveva alle spalle un parco di numerosi ettari. Tale complesso venne realizzato grazie all’acquisizione progressiva di edifici e aree verdi, avviata da Vincenzo Florio negli anni Quaranta dell’800 e proseguita dai suoi eredi. Nel 1893 fu la residenza di Ignazio e Franca Florio.

La stanza più famosa è senza dubbio quella in cui è stata trasferita la camera da letto di donna Franca Florio, dove c’è il celebre pavimento maiolicato con petali di rosa, disegnato dal pittore napoletano Filippo Palizzi e realizzato da Francesco Nagar.

Villino Florio, in viale Regina Margherita, nei pressi del quartiere Zisa, è quello che possiamo definire la quintessenza del Liberty. Fu costruito per volere della famiglia Florio tra il 1899 e il 1902 in memoria del figlio primogenito di Ignazio junior e Franca, scomparso all’età di 12 anni nel 1879.

Progettato dall’architetto Ernesto Basile, si tratta di una delle prime opere architettoniche in stile Liberty d’Italia, nonché uno dei capolavori dell’Art Nouveau più apprezzati a livello europeo.

Il Basile progettò l’edificio all’interno di un grande giardino, ora circondato da alti edifici di successiva costruzione, ricreando nella struttura elementi che richiamassero all’attitudine cosmopolita del ricco proprietario, da sempre grande viaggiatore.

La sua funzione era quella di essere un luogo di rappresentanza dove la famiglia Florio riceveva ospiti illustri.

Palazzina dei Quattro Pizzi all’Arenella sorse invece quando Vincenzo Florio senior acquistò nel 1830 il complesso della tonnara all’Arenella, commissionando poi all’amico Carlo Giachery la trasformazione di quest’ultimo in nobile residenza.

Nacquero così i “Quattro Pizzi”, una palazzina quadrangolare neogotica caratterizzata dalle quattro guglie che la sovrastano. L’impianto ripropone gli stilemi delle architetture gotiche inglesi. Molto suggestivi gli interni, con una fastosa decorazione cromatica e con uno straordinario mobilio fatto di particolari ricami in legno.

Si racconta che lo zar di Russia Nicola I, in visita nel 1845 con la moglie e la figlia, rimase talmente affascinato dalla bellezza di Casa Florio da voler riprodurre una sala identica a quella della torre nella residenza imperiale di San Pietroburgo, che chiamarono “Rinella“.

Queste sono le abitazioni più iconiche legate alla storia della famiglia Florio, che abbelliscono la città di Palermo come vestigia di un glorioso passato e che si trovano splendidamente descritte anche all’interno dei romanzi di Stefania Auci, per la cui descrizione si rimanda al seguente link https://www.acasadilucia.org/2023/10/18/la-saga-dei-florio/ 

Vi consigliamo inoltre di leggere anche l’articolo sulle “arancine palermitane“, un piatto tipico della tradizione del capoluogo siciliano:

https://www.acasadilucia.org/2023/12/13/12-al-natale-le-arancine-di-santa-lucia-una-tradizione-palermitana/

 



× Ciao!