Le Commedie di Goldoni sono un caposaldo. Spaccato di umanità non così lontana, malgrado il tempo trascorso.
Nell’arco della sua lunghissima vita, tutta vissuta sotto la stella del teatro, Carlo Goldoni compose oltre un centinaio di commedie rappresentate con successo costante in Italia e all’estero, ispirando legioni di imitatori (tra cui Voltaire, cui si deve il suo più bell’elogio e un plagio dichiarato della Bottega del caffè) e animando controversie avvelenate con i difensori della tradizione letteraria aggredita dalla sua riforma teatrale. Ma dalla Locandiera all’Avaro, dal Campiello alla trilogia della Villeggiatura, il favore immediato e duraturo che Goldoni incontrò testimonia la giustezza della sua visione, sopravvissuta a secoli di mode e rivoluzioni per arrivare intatta fino a noi. Diretta, gustosa ma soprattutto veritiera, la vena comica delle sue opere è infatti ancora oggi sorprendentemente efficace, e non è un caso che le rappresentazioni goldoniane siano tuttora così numerose e affollate nei teatri europei, come non è un caso che tanto cinema e tanta televisione continuino in segreto ad attingere al loro repertorio di trame e caratteri. Ma per quanto questi siano filtrati in profondità nella nostra cultura, si rimane stupiti nel constatare che il piacere di ritrovarli è pieno – e la familiarità che avvertiamo accostandoli si rivela un motivo in più, non in meno, per continuare a frequentarli.