Uno dei re più controversi della storia d’ Italia: Il ritratto che ne fa Spinosa è quello di un personaggio umanamente indecifrabile, modesto quanto la sua figura fisica e sostanzialmente tremebondo nell’azione politica.
Il suo regno, uno dei più lunghi d’Europa, abbraccia quasi cinquant’anni della nostra storia. Al suo comando l’Italia ha vinto tre guerre e disastrosamente perso la quarta, decuplicato il proprio territorio e rinunciato definitivamente al ruolo di potenza, vissuto uno dei periodi più civili e prosperi della sua storia ed è stata precipitata prima in una dittatura e poi in una feroce guerra civile. All’uomo che ha determinato da protagonista una così grande parte del bene e del male del nostro Paese si potrebbe pensare che siano stati dedicati gli sforzi di uno stuolo di storici e di biografi, com’è avvenuto per personaggi meno importanti, e che ogni aspetto della sua azione e della sua personalità sia stato esplorato e illuminato. Non è così.
Vittorio Emanuele di Savoia, principe di Napoli e re d’Italia con il nome di Vittorio Emanuele III, rimane la figura storica tutt’oggi più trascurata e misteriosa di questo secolo. Salito al trono dopo l’assassinio del padre Umberto I per non essere accusato di vigliaccheria, il piccolo principe sgraziato e complessato, dedito agli studi e amante della vita familiare, trasforma in un breve volgere di anni la monarchia dei cannoni di Bava Beccaris nella “monarchia socialista” e si guadagna sul fronte austriaco l’appellativo di “Re Vittorioso”. Artefice diplomatico della vittoria alleata e re costituzionalissimo, sempre attento a tenere unito il Paese, a regnare fermamente pur senza governare, in un giorno d’autunno del ’22 sconfessa il suo presidente del Consiglio che già aveva dichiarato lo stato d’assedio e sembra mettere il suo sigillo sull’ascesa di una forza eversiva. Lo stesso re che ha lasciato per ventun anni il proscenio della piazza al Duce del fascismo convoca alla sua presenza, in un afoso pomeriggio del luglio ’43, il cavalier Mussolini e gli comunica che ha deciso di rinunziare con effetto immediato ai suoi servigi.
Ma è nel Regno del Sud, in quella che la storia chiama ancora troppo univocamente col nome infamante di “fuga di Pescara”, che si riassumono e si infittiscono i tanti misteri di cui è disseminata la vita di Vittorio: patetico tentativo di salvare la pelle buttando alle ortiche la responsabilità della corona o al contrario, come fece Pompeo davanti a Cesare, estremo salvataggio della legalità inerme di fronte all’illegalità armata del nemico?
Questo libro, opera di storico e narratore insieme qual è Antonio Spinosa, fa rivivere come mai era avvenuto prima l’uomo Vittorio e traccia un grande, vivissimo quadro della “sua” Italia, la cui storia è per certi aspetti ancora non meno misteriosa di quella del suo re.