Pubblicato nel novembre 1832, Le mie prigioni si impose, per l’immediato successo e l’enorme risonanza, come un caso letterario eccezionale: il moltiplicarsi delle edizioni italiane e delle traduzioni ne fecero il libro italiano più celebre e letto nell’Europa dell’Ottocento. Nelle intenzioni dell’autore, non voleva essere né un libello antiaustriaco né la vendetta di un letterato perseguitato, ma la testimonianza della sua storia interiore, della sua maturazione morale attraverso le sofferenze, le lunghe meditazioni e letture, l’autodisciplina psicologica del carcere. La qualità più evidente e la forza più intensa di quest’opera rimase, per ogni lettore, la pacata e lucida verità che emergeva dalle sue pagine. Le mie prigioni si inserisce a pieno diritto in quel filone realistico, di forte tensione etica, alieno dagli eccessi della fantasia e del patetico, che ha in Milano il luogo d’incoraggiamento e in Manzoni il caposcuola indiscusso.