28 Mar “Oceano mare” di Alessandro Baricco
È liquido. È scritto col sale che rimane dopo un’immersione profonda. È apnea e sole bruciante. È sabbia fine tra le dita, negli occhi, nei polmoni. È sete, arsura. È corsa sulla spiaggia. È ferita che brucia. È risata che sconquassa il petto. È il racconto senza fine racchiuso in una parola. È un quadro di mille colori nascosto dallo squarcio su una tela. Sfugge come rena tenuta in pugno. Sfugge come acqua schiacciata tra i palmi. Perché sfugge l’immagine nella scia della nave. Sfugge la parola nell’affanno della corsa sulla battigia. Esiste inafferrabile. Lo stringi e già non c’è più. Non ha inizio o forse è nascosto negli occhi di chi guarda. Non ha fine o forse arriva ma senza un limite da valicare. È mare. È oceano. È un libro chiuso che ormai ha scavato dentro. Tra tempesta e vento e nebbia e orizzonte di burrasca e allucinazione di un naufrago. Ne sono orfana.
“Oceano mare”, di Alessandro Baricco
Per ampliare la sfera dei sensi legandola al sale e al mare, suggerisco di dare un’occhiata a questa ricetta: