20 Mar GOETHE E LA ZEPPOLA
Il grandissimo Wolfgang Goethe, come tutti i giovani aristocratici ed intellettuali del Settecento, fece il suo Grand Tour in Italia per ammirare soprattutto le bellezze archeologiche. Goethe, ammirato da tanta bellezza, ne fece più d’uno e due ebbero come meta Napoli.
Quando venne a Napoli verso la fine del 1700, esattamente tra il 1786 e il 1787, rimase letteralmente stupito oltre che dalla bellezza dei luoghi e dalle reminiscenze fisiche della grecità e della romanità anche dalle tradizioni. Infatti, nel suo Viaggio in Italia, a proposito delle tradizioni popolari ed in particolar modo della tradizione de ‘e zeppole San Giuseppe così ha scritto:
“Oggi era anche la festa di San Giuseppe, patrono di tutti i frittaroli cioè venditori di pasta fritta. Sulle soglie delle case, grandi padelle erano poste sui focolari improvvisati. Un garzone lavorava la pasta, un altro la manipolava e ne faceva ciambelle che gettava nell’olio bollente, un terzo, vicino alla padella, ritraeva con un piccolo spiedo le ciambelle che man mano erano cotte e, con un altro spiedo, le passava a un quarto garzone che le offriva ai passanti.”
La zeppola di San Giuseppe nasce nel convento di S. Gregorio Armeno a Napoli e risale al 1837, ad opera del celebre gastronomo napoletano Ippolito Cavalcanti, Duca di Buonvicino e figlio di Guido Cavalcanti.
Inoltre una leggenda cristiana narra che dopo la fuga in Egitto con Maria e Gesù, San Giuseppe dovette vendere “frittelle” per poter mantenere la famiglia in terra straniera.
Ringraziamo l’amico Dott. Giuseppe Vozza per il contributo a questo splendido articolo.
Per conoscere la ricetta delle zeppole di “Lucia” segui il link https://www.acasadilucia.org/2023/03/20/le-zeppole-di-san-giuseppe/
Le zeppole sono il dolce tipico della festa del papà, ecco perché vi rimandiamo alla lettura di lacuni consigli di libro dedicati ai papà: