Un mix di avventura, colpi di scena, storia, amori, amicizie.
Dopo più di 2500 pagine (compresi “I tre moschettieri” e “Vent’anni dopo”) i protagonisti diventano come degli amici di vecchia data di cui prevedi pensieri e mosse.
Sicuramente un bel libro, scorrevole, piacevole, avvincente, nonostante sia un mattone.
I fatti narrati ne “Il visconte di Bragelonne” si svolgono fra il 1661, anno della morte di Mazarino, e il 1673 anno dell’arresto di Fouquet, e ultimo capitolo della vita di D’Artagnan.
I protagonisti sono sempre loro, i moschettieri, solo invecchiati e divisi dagli eventi.
Athos è diventato padre di un’amabile giovane: Raul, il visconte di Bragelonne del titolo, col quale vive in una specie di eden privato in campagna.
Porthos è diventato, grazie a un matrimonio azzeccato, un signorotto di provincia che si diletta in caccia e banchetti prelibati.
D’Artagnan è a capo del corpo dei moschettieri e serve, ancora fedelmente, il nuovo giovane re.
Aramis ha preso i voti. E’ quest’ultimo che riunisce ancora gli amici, anche se non più tutti dalla stessa parte della barricata, per un’altra avventura, l’ultima.