Henry James è un grande narratore: si fa leggere anche se scrive paragrafi lunghissimi e pieni di subordinate, facendo riscoprire il fascino di questa scrittura così barocca; ritrae fedelmente la sua epoca, un’epoca in cui c’è un forte contrasto tra l’America e l’Europa; non ha mai idee banali, e ogni racconto è unico.
Non mi credete? Allora: Daisy Miller è la storia di una frivola ragazza americana che… no, niente, è da leggere. Ne Il carteggio Aspern uno studioso, sotto falso nome, si fa ospitare nella casa dell’ultracentenaria amante di Aspern, un poeta del secolo scorso, pur di ottenere le sue ultime lettere, e da qui parte un gioco a chi è più avido. La terza persona e L’angolo allegro sono storie di fantasmi: nel primo racconto due zitelle intrattengono una sorta di relazione con un antenato defunto, nel secondo il protagonista si ritrova a sfidare il suo alter ego. La tigre nella giungla: un uomo crede di essere destinato a qualcosa di grande, e aspetta che questo qualcosa gli salti addosso.
I capolavori della narrativa
Daisy Miller – Il carteggio Aspern – La tigre nella jungla – Una terza persona – L’angolo allegro