Nei contraddittori e inquieti anni Settanta, la giovane Angela non è bella, ma sembra attirare inconsapevolmente gli sguardi di ragazzi e adulti. Da un lato s’identifica con una Liguria poeticamente rivissuta, a partire dallo scoglio “scavato in alto, come una testa su un corpo di bestia accovacciata ma pronta a scattare” che dà il titolo al romanzo; ma s’identifica anche con la Milano lacerata e violenta in cui approderà. Fedele al proprio “corpo d’amore”, Angela si getta caparbiamente nella realtà, con tutta sé stessa, senza grandi gesti, senza rimorsi né regressioni. Affronta libertà e solitudine, amore e sesso, come qualcosa da accettare e vivere con laica responsabilità, e pure con una disposizione di fondo intimamente religiosa. Storia della formazione di una coscienza, “La spiaggia del lupo” è uno dei capolavori di Gina Lagorio. In queste pagine la felicità della scrittura scarica il simbolo e vitalizza la parabola in un romanzo denso di accadimenti, di personaggi e di emozioni.