Il motivo dominante delle poesie presentate in questo volume è l’amarezza per un’incolmabile solitudine causata in Tagore dalla perdita prematura della moglie e di due figli.
Il desiderio di una riunione con le persone amate, in seno all’Eterno, dà vita a una lirica tutta tesa alla riproduzione di una realtà ultraterrena sentita come madre e conforto, riparo nei confronti di una dolorosa condizione esistenziale da cui fuggire. In un’epoca dominata da episodi tragici che coinvolgono l’intero pianeta, il culto di Tagore per la poesia offre al lettore la possibilità di recuperare una spiritualità profonda e antica, capace di attingere un diverso significato del vivere, di riconciliare il singolo con la bellezza e l’armonia dell’universo.
La gioventù passa presto, i giorni di primavera
trascorrono rapidi, i fragili fiori muoiono in un soffio,
e il saggio m’avverte che la vita non è
che una goccia di rugiada su una foglia di loto.
Dovrei trascurare tutto questo, ricordando
solo quella che m’ha abbandonato?
Sarebbe assurdo e inutile perché il tempo fugge.