Si tratta di storie e di personaggi, di situazioni svanite nella Napoli di oggi? La risposta la darà il lettore man mano che s’inoltrerà nelle pagine di questo libro.
“I topi di Napoli” quel brulichio umano che ogni giorno si aggroviglia e soffoca tra Capo Miseno, i Colli Aminei e Punta Campanella, incapace di liberarsi da secoli. Napoli non è mutata molto in trent’anni: Crispino continua a vendere i suoi blocchi di carta da scrivere, don Luigino continua a giocare al Lotto o al Totocalcio, qualche giovane più baldanzoso ha sostituito lo smercio delle sigarette americane con quello di una bustina di droga, incarognendosi.