A Casa di Lucia | MIO CUGINO, IL MIO GASTROENTEROLOGO
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MIO CUGINO, IL MIO GASTROENTEROLOGO

Mark Leyner è un fulmine: apri una pagina qualsiasi e ti brucia all’istante, ti stende con una sventagliata di parole che formano immagini assurde in un crossover di linguaggi (medico, televisivo, pubblicitario, da soap, da rivista scandalistica etc.). Un delirio inarrestabile. Una forza della natura. Roba densa e assolutamente fuori dai binari.

Categoria:
Descrizione

Più potente di ogni droga, più colorato e movimentato di qualsiasi video musicale. Una miscela di cyberpunk, postminimalismo e umorismo nero… “Buttate via Bukowski, Burroughs e Kerouac: Mark Leyner è il vero autore di culto degli anni Novanta!” Così si a espresso il New York Times a proposito di questo libro: un giudizio entusiastico. Firmato da un giovane scrittore americano, esaltato da Tom Robbins e da Jay McInerney, un volume esplosivo e unico, un cocktail di molti temi ricorrenti nella scrittura e nelle arti visive d’oltreoceano. Un gastroenterologo, cugino del narratore, vola a Londra per essere incoronato “Re della musica folk”; uno scoiattolo gigantesco, conduttore di un programma televisivo per bambini, viene iniziato all’arte del kung-fu da un mercenario palestinese; un giovane sposo rimane vedovo dell’ottuagenaria, atletica moglie mangiagalline: sono solo alcuni assaggi delle situazioni “assurde” che popolano i diciassette racconti di questa raccolta. Un’odissea postmoderna, i cui personaggi strampalati catapultano il lettore in strani territori, in universi composti da frammenti del quotidiano cui si mescolano imprevedibili schegge impazzite. Lo sfondo delle vicende è la New York contemporanea, crogiolo multietnico in cui l’americano medio non sa più riconoscersi e dove alle discriminazioni razziali sono subentrate quelle psicopatologiche: i vicini di casa, per esempio, non sono più identificati come cubani, portoricani o irlandesi, ma come anoressici, nevrotici, narcisisti… E’ un mondo volgare e plastificato, affetto da malattie incurabili provocate dai sofisticati prodotti della tecnologia, quali pesticidi, cosmetici e cosi via. E Leyner lo dipinge con un linguaggio frizzante e assolutamente originale, che combina giochi di parole, false piste, battute fulminanti, divertendosi a inglobare le peculiarità dei gerghi – dal tecnico al famigliare, dal pubblicitario al medico-specialistico – e le influenze dei media e dei cartoni animati. Un nuovo, più che promettente talento, una lettura irrinunciabile.

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