C’è ben di più che uno “spettacolo” in questa epopea dei marines del futuro: il lettore accorto non mancherà di riconoscervi drammatici riferimenti a una problematica di pace e di guerra tutt’altro che futura.
Come non si può giurare che sia stato Bell a inventare il telefono, così non si può attribuire con certezza a Kenneth Bulmer l’invenzione delle “gabbie di transito”. Ma ciò che si può garantire – e che soprattutto conta per un romanzo di FS – è che nessuno ne ha mai ideato un’applicazione nello stesso tempo più semplice, più ingegnosa e più vastamente spettacolare.