A Casa di Lucia | ALI BRUCIATE
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ALI BRUCIATE

“Direi che non sono i fucili a sparare, ma il denaro.”
Una denuncia sociale in cui disperazione e riscatto s’intrecciano.
Si legge, si riflette e ci si vergogna conoscendo questa testimonianza di vita.
I bambini di Scampia sono obbligati a trasformarsi in adulti molto presto. Eppure sono sempre bambini, hanno bisogno di carezze, affetto e attenzioni.
L’autore, Davide Cerullo, vive un’infanzia inimmaginabile; diventa un “pusher” (spacciatore di droga) del clan Di Laura di Scampia ma grazie alle persone giuste e ad una vera determinazione, riesce ad evitare un duro destino.
“Vorrei scongiurarti: vivi di vita. Non di banalità, di sciocchezze, di effimero o di frivolezze…” Un grido di Don Alessandro Pronzato che s’innalza e ha bisogno di diffondersi senza limiti e di esser sostenuto con consapevolezza.
In fondo siamo tutti colpevoli di ciò che accade a Scampia perchè voltiamo lo sguardo altrove o costruiamo tanti preconcetti verso quella realtà.
Correre nei prati pieni di siringhe, giocare per strada mentre in un angolo si spaccia, guardare il corpo di un cadavere assassinato, sono scene che nessun bambino dovrebbe mai assistere. Aggiungiamo la povertà che dilaga ed ecco che si resta intrappolati in una ragnatela che impedisce a quei bambini di sognare una vita migliore.
Ma, come ben diceva Faber: “Anche dal letame nascono i fiori” e non è mai troppo tardi per crederci.
Vi rimandiamo al link sotto per una ricetta tipica napoletana:


× Ciao!