Era, Petronio, un osservatore perspicace, un delicato analista, un meraviglioso pittore; tranquillamente, senza partito preso, senza odio, descriveva nei vivaci capitoletti del suo Satyricon la vita quotidiana di Roma.
L’amore, l’erotismo, l’avventura, le risate, il dolore, la perdita: il Satyricon contiene tutti gli ingredienti che cerchiamo in un romanzo. E lo fa dalla distanza di circa duemila anni. Aprire il volume di Petronio è come entrare in una gelateria e affondare la mano nuda nella vaschetta del pistacchio. Salvo poi, con stupore e sospetto, accorgersi che la temperatura del gelato è bollente.