Tra curiosità, scienza e narrazione. Con nota introduttiva. “Il marchese di Roccaverdina” è ritenuto il capolavoro di Capuana. In essa confluiscono con maggiore equilibrio la sua inclinazione a una ricerca psicologica sottile e un po’ morbosa e l’interesse per una realtà schiettamente legata alla terra – la Sicilia di fine Ottocento – insieme alla curiosità per il soprannaturale, il favoloso, l’esperienza spiritica.
Antefatto della narrazione, vivo e presente in tutta la vicenda, è il delitto passionale compiuto dal marchese, un aristocratico proprietario terriero che vive solitario nel suo palazzotto. Il romanzo è la storia della sua lotta segreta e feroce contro il rimorso e la paura che lo tormentano, gli crescono dentro e lo divorano; una lotta senza tregua, che attraversa la follia e si chiude nel silenzio.