John Marcher attende un evento che dia una svolta alla sua vita. Qualcosa di tremendo, di straordinario, di improvviso: l’agguato di una bestia nella giungla. Forse la Bestia aveva spiccato il suo balzo, al momento giusto, ma l’uomo non se ne era accorto, non se ne era curato. Eppure una donna, con l’intuito di chi ama, glielo aveva predetto: “Ciò che mi state descrivendo non è forse l’attesa o la sensazione di pericolo di innamorarsi?”.
L’amore? Ma la promessa ha un volto così banale? L’uomo continua ad aspettare, e troppo tardi capisce l’assurdità della sua ossessione.
«L’inesausto sperimentalismo di James – spiega Franco Cordelli nell’introduzione – dà forse il meglio di sé nei racconti e nei romanzi brevi, dove il prodigioso dilatarsi della sintassi viene costretto in una forma più rigida, vincolato dal punto di vista strutturale. Anche nella misura e nella disciplina del racconto, il procedimento di James è infatti classificabile allo stesso modo che nei romanzi: c’è un James ottocentesco – in certe occasioni più esplicitamente satirico, in altre cechoviano; e c’è un James letterato e razionalista – sempre dominato dall’ansia di sfondare la barriera della letteratura per “essere in presa diretta con la vita”.»