Una madre che combatte per il diritto di ogni madre di tenere con sè i propri figli. Una testimonianza che la forza e l’amore di una donna possono smuovere le montagne.
Donya si era trovata decine di volte in quella situazione. Per anni si era occupata di rintracciare bambini strappati alle madri e condotti in paesi lontani da padri protetti dall’alibi della religione e dall’oscurantismo delle leggi. Decine di volte aveva affrontato pericoli, il deserto, perfino la prigione pur di restituire un figlio a sua madre. Ogni volta lasciava a casa, a Londra, i suoi quattro bambini con il marito Mahmoud, certa che li avrebbe trovati al ritorno. Si è trovata tante volte in quella situazione, ma adesso è diverso, perché questa volta i bambini sono suoi. Perché un giorno perfino l’impensabile accade. Mahmoud, suo marito, torna in Iraq portandosi via Amira e Aliawi, i due figli più piccoli. E lei, come una tigre ferita, si mette sulle loro tracce. È l’inizio di un’odissea che conduce Donya a Beirut, a Najaf, in una Baghdad distrutta dalla guerra. Quello che ha sempre fatto per gli altri, ora deve farlo per se stessa. Da sola.