Altro romanzo di Wilbur Smith, altra garanzia.
Concreto e deciso come il suo paese – il Sudafrica – Rod Irondises vive in perfetta simbiosi con il ricchissimo giacimento aurifero di Sonder Ditch, di cui da poco è stato promosso dirigente: della miniera, Rod ha imparato infatti a conoscere ogni galleria e ogni cunicolo, ma soprattutto a capire il dramma degli uomini che vi lavorano, eternamente combattuti tra la realtà del buio inferno quotidiano, fatto di pericoli, dolore e fatica, e la speranza di conquistare un luminoso paradiso, una vita diversa e felice in cui l’oro non sarà più strappato a forza dalle viscere della terra ma potrà brillare nelle loro mani, puro e invincibile, e soddisfare così ogni desiderio. Quello che Rod ignora, tuttavia, è che la smania di potere e ricchezza che anima i possenti e orgogliosi minatori bantu non è molto dissimile da quella che, alla luce del sole, pervade Manfred Steyner, il proprietario di Sonder Ditch, la cui lucida follia si trasforma d’un tratto in una mina vagante pronta a esplodere e a travolgere senza pietà chiunque possa ostacolarne il delirante cammino. Inconsapevole pedina di un vorticoso gioco di ricatti e menzogne, Rod dovrà fronteggiare sia l’avidità incontrollata degli uomini sia la cieca ribellione della terra che si oppone a chi intende violare i suoi segreti più riposti, e dovrà combattere per la sua miniera, per se stesso e per la donna che ama senza neppure sapere quale sia il suo vero nemico…