“Tutti i giorni erano uguali e sembravano sovrapporsi all’infinito nel suo passato come una fila di tessere da domino“.
“Omicidio allo specchio” è un romanzo altamente atipico, con una trama visionaria e fuori dagli schemi del thriller convenzionale. Inizia in maniera placida e pacata per poi sorprendere il lettore pagina dopo pagina.
Quando Simon Johnson viene aggredito all’interno del suo squallido appartamento di Los Angeles, la scelta è una e una soltanto: difendersi o morire. Ma nel momento stesso in cui, dopo averlo colpito, il fascio di luce della torcia illumina il viso dell’aggressore, Simon realizza due cose: primo, di averlo fatto fuori; secondo, l’uomo che giace ai suoi piedi gli assomiglia come una goccia d’acqua. Inizia così a prendere forma nella sua mente un piano diabolico: per scoprire il motivo del tentato omicidio, Johnson assumerà l’identità del suo “doppio”, un professore di matematica che conduceva la più ordinaria delle esistenze e che ora è un cadavere immerso in acqua e ghiaccio nella vasca da bagno. Così facendo Simon comincerà a vivere la vita dell’altro… Ma a un certo punto il ghiaccio inizia a sciogliersi, strani messaggi appaiono sui muri e una misteriosa Cadillac nera pedina Simon. Realtà e allucinazione si confondono disegnando la geometria di un labirinto in cui il protagonista si perde: chi ha scoperto il suo gioco? C’è forse qualcuno che muove le fila e che sta tentando di farlo impazzire?
C’erano stati momenti nella sua vita in cui si era chiesto come sarebbe stato uccidere un uomo. Immaginava che tutti avessero di quei momenti. Erano la sostanza di quella che considerava l’esistenza sommersa delle persone. Quei momenti che percorrono i pensieri ma non si degnano di increspare la superficie della realtà.
Certo, a volte l’esistenza sommersa delle persone sfonda la superficie, come una balena che si apre un varco con uno slancio inarrestabile.