Kundera ha l’arte di dire nel modo più limpido le cose che è più difficile dire a sé stessi. E in questo romanzo ha teso all’estremo questa sua capacità.
Una tessitura musicale finissima di temi e di caratteri ci avvolge in queste pagine, che procedono per sorprese magistralmente scandite, al punto di introdurre uno dei personaggi più importanti proprio quando la narrazione si avvia alla fine. Se l’arte del romanzo ha oggi ancora una voce, è quella che ci parla e ci trascina dietro di sé in questo libro.
“È mai pensabile l’amore senza l’angoscioso inseguimento della propria immagine nella mente della persona amata? Nell’attimo in cui non ci interessa più come ci vede la persona che amiamo, abbiamo cessato di amarla.”