Il manoscritto di Uccello Pazzo, che finì abbandonato nel baule di June, riemerge come un’esplosiva prova di voce che racconta il nascere di una lunga ossessione.
Nel 1927 June, la seconda moglie di Henry Miller (della quale scriverà anche Anais Nin nel suo libro Henry and June, poi divenuto un film) scappò a Parigi con la sua amante lesbica Jean Kronski. Nei quattro anni successivi, Miller scrisse e riscrisse la storia di un triangolo bizzarro, frenetico, barocco: stava scoprendo l’autobiografia come materia di letteratura. Quell’autobiografia che l’avrebbe reso celebre con Tropico del Cancro e con tutti i suoi capolavori, che l’avrebbe reso il più grande scrittore del Novecento.
“Siamo tutti soli” mormorò tra sè, ma già mentre lo diceva non poteva fare a meno di sentire che lui era più solo di chiunque altro al mondo.