Il pensiero di Nietzsche, spesso frainteso, tocca qui il suo vertice provocatorio e per questo il filosofo, e prima ancora l’uomo, è, come egli stesso si definisce, assolutamente solo.
“Al di là del bene e del male” dichiara già nel titolo e nel sottotitolo i suoi intenti. Tutte le dottrine filosofiche elaborate nel tempo sono, infatti, per diverse che possano sembrare, più o meno consapevolmente prigioniere della morale. Il “pregiudizio” morale ha impedito l’emergere degli esseri superiori, facendo diventare gli uomini una massa di pecore. Da qui, per l’avvenire, la necessità di una filosofia che formi gli spiriti liberi e ne consenta l’azione costruttiva nel quadro di un regime in cui il potere sia nelle mani dei migliori.
“Tra esseri umani servizievoli e benefici si trova quasi regolarmente quella goffa astuzia che sa prima adattare a se stessi colui che deve venire aiutato, come se, per esempio, “meriti” aiuto, chieda proprio il loro aiuto e debba dimostrarsi profondamente grato, affezionato, sottomesso per ogni aiuto: con questa idea dispongono di colui che ha bisogno come di una proprietà, essendo esseri umani benevoli e servizievoli solo per esigenza di possesso.”