Pubblicato per la prima volta nel 1971, il libro, fa parte della Trilogia del ritorno, insieme a Un’anima non vile e Niente resurrezioni, per favore. Racconta l’amicizia impossibile, nella Germania nazista, tra Hans Schwartz, un bambino ebreo di buona famiglia, e Konradin von Hohenfels, di nobile famiglia tedesca. Schwartz è anche voce narrante della vicenda raccontata nel romanzo.
Hans ha sedici anni ed è figlio unico. Vive a Stoccarda con i genitori. Il padre è un importante dottore ebreo premiato anche con una medaglia al valore durante la prima guerra mondiale.
Egli frequenta il liceo Karl Alexander Gymnasium, ispirato alla vera scuola di Fred Uhlman. Nel febbraio del 1932 arriva nella sua classe Konradin von Hohenfels, rampollo di una importante famiglia della nobiltà tedesca. Ovviamente chiunque, in classe, desidera conquistarne l’amicizia, ma solo Hans riesce ad attirare l’attenzione del nuovo arrivato grazie alla sua collezione di monete antiche e alla passione reciproca per la numismatica. Nasce così una profonda amicizia, fatta di discorsi e lunghe chiacchierate dopo la scuola. Ben presto i due bambini diventano inseparabili. La poesia, l’arte e la religione sono spesso l’argomento principale delle loro conversazioni. Hans invita spesso a casa sua Konradin, che fa la conoscenza dei suoi genitori. Konradin invece invita a casa sua l’amico solamente in assenza dei genitori e un giorno a teatro finge addirittura di non conoscerlo. Confesserà in seguito che la sua famiglia non sopporta gli ebrei, e che anch’egli comincia a nutrire ammirazione nei confronti della figura di Hitler.
L’amicizia tra i due ragazzini vacilla sempre più e, quando in Germania l’antisemitismo comincia a montare in maniera preoccupante e a sfociare in atti sempre più violenti, Hans viene mandato a vivere dai suoi nonni a New York. Nel frattempo la situazione in Germania precipita definitivamente, e i suoi genitori rimasti a Stoccarda, a causa delle incessanti persecuzioni e umiliazioni, prendono la drammatica decisione di suicidarsi.
Passano alcuni anni dalla scomparsa dei genitori di Hans, che adesso è laureato e conduce una vita regolare. Molti anni più tardi, Hans riceve un invito a donare dei fondi per la costruzione di un monumento in memoria degli ex alunni del suo vecchio Gymnasium…
“Le mie ferite non si sono mai rimarginate, ogni volta che ripenso alla Germania, è come se venissero sfregate con il sale.”