Chi occupa la stanza numero 5 del reparto di terapia intensiva? Un’amante ineguagliabile? Una donna egocentrica senza pari? Una martire altruista? Una cattiva madre? Una sorella amata? Una moglie egoista? Ciascuna di loro. Silvia Shute è una donna forte e risoluta, ma improvvisamente deve arrendersi al fatto che la sua vita abbia subito una battuta d’arresto. Nel suo passato si cela un oscuro e terribile segreto, e ora che è priva di coscienza in un letto d’ospedale, l’incessante flusso di visitatori sembra alternarsi per svelare il mistero di una vita spezzata. Silvia giace lì, vittima dei suoi cari, della noia, dei mormorii. Che le piaccia o no, la verità sta per farle visita. Come avvenne in passato…
“Un vantaggio però c’è, nella solitudine, e cioè che attraverso di lei tutto acquista un fascino particolare. Hai così disperatamente bisogno di vedere un po’ di bellezza per mitigare tutto lo schifo che hai attorno, che gli alberi finiscono per essere più verdi, il sole più caldo e il pane più buono di quanto non lo fosse quando pensavi di essere felice, e per niente solo. È come se il mondo m’invitasse a uscire a giocare – e indossa il suo vestito migliore.”