Voglio fare di -Al paradiso delle signore- il poema dell’attività moderna. In una parola, andare con il secolo, esprimere il secolo che è un secolo di azione e conquista. Émile Zola, Il paradiso delle signore, è un grande magazzino della Parigi fin-desiècle che fagocita una clientela smaniosa ed entusiasta. Ammiccanti vetrine e rutilanti cartelloni pubblicitari spiccano in questo tempio del nuovo commercio in cui si celebra la scalata nel mondo degli affari di Octave Mouret, commesso intraprendente e spregiudicato, e di Denise, tenace orfana di provincia, che tra i reparti colmi di merci troveranno l’amore e il riscatto sociale.
Un romanzo che esplora lucidamente l’universo femminile, un testo che dà la misura del talento rappresentativo e dell’acutezza dello sguardo sociale del grande narratore francese. La vicenda della giovane provinciale Denis che, approdata timidamente a Parigi, riesce a evitarne le insidie e a domarne i mostri solo in virtù della sua integrità e della sua dolcezza, non ha nulla di edulcorato né di consolatorio: è invece, per energia di scrittura e profondità di analisi, il diagramma di un destino femminile che si realizza nel quadro di una società opulenta e spietata mantenendo intatti la sua dignità e il suo spessore.