Lehner si è talmente immedesimato in “Sergio”, al punto da scrivere il libro in prima persona, dove la prima persona non è chi racconta la storia, cioè Lehner, ma il personaggio principale della storia stessa, l’imputato-vittima Caneschi. Il primario è stato arrestato il 16 maggio 1994. Secondo l’accusa aveva convinto, istituendo addirittura “un sistema”, numerosi pazienti facoltosi a scegliere di farsi operare in una clinica privata anziché nella struttura pubblica.
Sì, “Caso Caneschi”, perché di caso si tratta, come altri episodi di ordinaria ingiustizia rappresentano la metafora del “caso Italia” e della cosiddetta rivoluzione giudiziaria di questi anni. Lehner ha voluto raccontare la storia di questo stimato chirurgo toscano che, per trentasette anni, ha curato centinaia di persone a Milano e riscosso riconoscimenti in tutto il mondo. Negli ultimi otto mesi della sua vita, per, è diventato un mostro, un ladro, addirittura un killer. “Franz Kafka è un autore verista – dice Lehner – rispetto a quanto è successo a Sergio. Nel ‘Processo’ ci sono tutte le distorsioni e i paradossi della giustizia ingiusta, ma la visione kafkiana non arriva alle vette del caso Caneschi.