Orfeo è morto. Il grande sprinter che le corse le vinceva facili, il beniamino delle folle, il re del ciclismo di trent’anni fa, se n’è andato in un letto di malattia. È mancato all’affetto dei suoi cari – come si dice – e dell’amico Biagio, il suo gregario. Quello che, se le vittorie allora riuscivano così facili, era anche grazie a lui. Lui che dava il ritmo, lui che tracciava la scia fendendo l’aria, e si faceva da parte giusto in tempo perché la star delle due ruote potesse tagliare il traguardo avvolta in un manto di gloria. L’unico a sapere tutto questo, e l’unico a conoscere la verità sul clamoroso incidente di gara che aveva stroncato la carriera del campione. Sì, l’uomo più veloce della terra aveva un segreto inconfessabile. E adesso che Orfeo è morto, Biagio ha una cosa da fare. Deve andare al circo.