Una Alda Merini inedita e insieme usuale, estrosa eppure dolcissima, melanconica e ironica assieme.
E’ la figura che emerge e ancora in fondo ci parla dalle immagini “domestiche” di Eric Toccaceli, che per virtù d’amicizia, perizia di fotografo e dedizione sinestetica, ha salvato e privilegiato proprio l’habitat concreto, la sua pur disordinata casa d’artista: ma soprattutto l’abitazione di un’intera vita, ispirata, tormentata e vera. In un bianco e nero struggente, fervoroso, si dipanano via via tutti gli scatti e le pose della sua giornata, affollata di libri e incontri, vestiti e oggetti, soprammobili e bigiotteria, versi e telefonate, acuti di famose romanze d’opera e ritornelli facili di suadenti canzonette popolari… Dono ulteriore e suggello nobile del libro (introdotto da Plinio Perilli), alcune importanti poesie inedite, nonché una lettera indirizzata a Giacinto Spagnoletti, il critico che la scoprì, diciottenne, e già nel 1950 volle inserirla nella presto celebre Antologia della Poesia Italiana 1909-1949, battezzandone il talento raro.