Un ragazzino di dodici anni, Pete Drossos, si presenta alla porta della vecchia casa di arenaria di Nero Wolfe, affermando di avere un “caso”. Il ragazzo racconta di avere visto un’auto ferma ad un semaforo, con una donna al volante, che portava vistosi orecchini d’oro a forma di ragno, che gli ha chiesto in silenzio aiuto formando le parole con le labbra per non farsi sentire dall’uomo che l’accompagnava e minacciava. Il ragazzo non si fida della polizia, ma propone a Wolfe di indagare fornendogli la targa dell’auto e di condividere l’eventuale ricompensa. I due investigatori non prendono la faccenda sul serio ma trasmettono comunque la targa da controllare alla polizia. Il giorno dopo, mercoledì, vengono a sapere dalla polizia che un’auto con la targa segnalato ha investito e ucciso Pete. Lo stesso giorno vengono incaricati dalla madre del ragazzo, Anthea di chiarire l’omicidio come da volontà del figlio i cui risparmi: quattro dollari e trenta centesimi costituiscono l’onorario di Wolfe. Wolfe e Goodwin decidono di pubblicare un’inserzione sul giornale chiedendo alla donna con l’orecchino di farsi viva. Le indagini degli investigatori giungono a scoprire prima un’associazione a delinquere che sfruttava i profughi senza permesso di soggiorno. Nella riunione finale con la presenza della polizia Wolfe mostra tutte le sue carte provocando l’arresto dell’omicida e dei componenti della banda di estorsori compreso Dennis Horsan avvocato dell’Associazione.