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A Casa di Lucia | MARTEDI’ GIALLO: Un mare senza sole
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MARTEDI’ GIALLO: Un mare senza sole

Facciamo la conoscenza oggi di una maestra del giallo, coinvolta in giovane età in un sanguinoso assassinio: Anne Perry.

Anne Perry nasce come Juliet Marian Hulme nel 1938 a Londra.

Fino all’età di tredici anni aveva vissuto tra i Caraibi e il Sudafrica, dove era stata mandata dal padre, il fisico britannico Henry Rainsford Hulme, sperando che le temperature miti potessero giovare alla sua salute, resa malferma dalla tubercolosi che l’aveva colpita all’età di otto anni.

Nel 1952 la quattordicenne Juliet si riunisce alla famiglia, che nel frattempo si era trasferita in Nuova Zelanda, dove il professor Hulme aveva ottenuto la carica di rettore del Canterbury University College. Nella nuova scuola la ragazza stringe amicizia con Pauline Parker. Ben presto il loro legame, seppure non romantico, diventa strettissimo. Ambedue segnate nell’infanzia dalla malattia (Pauline aveva contratto l’osteomielite, che le aveva lasciato una lieve zoppia e dolore cronico alla gamba), entrambe appassionate di cinema e romanzi, creano un mondo tutto loro, una specie di realtà parallela, in cui Giulio Cesare, il tenore Caruso e il poeta inglese Rupert Brooke diventano idoli da venerare e temere.

Honora Parker, madre di Pauline, non nascondeva la sua preoccupazione per il comportamento delle due ragazze, che si isolavano dal mondo intorno.

Quando il padre di Juliet lasciò la carica di rettore con il proposito di tornare in Inghilterra mandando la figlia in Sudafrica, destinazione più favorevole alla sua salute, le due ragazze non ne vollero sapere di separarsi, progettando di andare insieme in Sudafrica per poi spostarsi negli Stati Uniti e diventare scrittrici di successo.

Naturalmente la madre di Pauline si oppose al loro progetto e le due ragazze non trovarono altra soluzione che liberarsi di chi le ostacolava.

Con la scusa di fare una passeggiata condussero Honora nel parco dove, dopo essersi addentrate in un sentiero facendole osservare qualcosa per terra, la fecero abbassare e la colpirono alla testa più volte con una pietra infilata in una calza.

Pauline e Juliet tentarono di far passare l’accaduto per un incidente, ma per la polizia fu chiaro fin dall’inizio che si trattava di omicidio. Tentarono di proteggersi a vicenda addossandosi ognuna delle due la colpa, ma vennero condannate entrambe.

Essendo minorenni, non potè essere comminato loro l’ergastolo, quindi fu applicata la regola dell’incarcerazione “Her Majesty’s pleasure”, cioè alla discrezione di sua maestà, termine usato al posto di ergastolo per i minorenni macchiatisi di reati molto gravi.

Juliet e Pauline furono detenute in due carceri differenti e vi stettero per  solo cinque anni. Una volta uscite non si videro mai più.

L’omicidio compiuto per non separarsi le divise per sempre e di loro si persero le tracce.

Fu solo venticinque anni dopo, nel 1979, che Juliet divenne Anne Perry e con questo pseudonimo creò il comandante della polizia fluviale della Londra vittoriana William Monk e la serie di gialli con lui protagonista e, in seguito, Elena Standish spia del MI6 durante la seconda guerra mondiale. I suoi polizieschi hanno venduto oltre venticinque milioni di copie. Nel 1998, quando il Times nominò i cento  maestri della narrativa del crimine, la inserì nella lista insieme ad Agatha Christie e Arthur Conan Doyle.

Dell’atto criminoso compiuto da giovanissima ha chiesto scusa, dicendo che crescendo era diventata una persona completamente diversa da quella ragazzina solitaria e piena di paure.

Anne Perry è deceduta il 10 aprile 2023 a Los Angeles, dove da tempo si era stabilita.

Un mare senza sole di  Anne Perry

trad. Daniela Marchiotto

Londra 1864. Sotto il molo di Limehouse lungo il Tamigi viene ritrovato il corpo di una donna uccisa con una sprangata alla testa e poi sventrata spargendo le viscere all’esterno del  corpo. Il comandante della polizia fluviale William Monk viene incaricato di scoprire l’autore di tale efferato delitto. 

Dai primi indizi si deduce che la donna, Zenia Gadney, fosse una prostituta in cerca di clienti che non si sia accorta della pericolosità di chi la avvicinava. Ben presto, però, il caso si complica: qual è il legame tra una prostituta uccisa al molo di Limehouse e il professor Joel Lambourn, stimato scienziato che si è tolto la vita circa due mesi prima? Eppure è proprio lui che le faceva visita una volta al mese dandole dei soldi. Quindi Zenia Gadney era  una prostituta con un solo affidabile cliente che dopo la sua scomparsa stava cercandone altri? E perché esercitare lì al molo, dove qualunque passante avrebbe potuto vederla con un cliente?

Come mai il dottor Lambourn andava in giro nelle povere botteghe del lungo fiume a fare domande sui medicinali a base d’oppio? Davvero si è tolto la vita o è stato ucciso? La moglie afferma la validità della seconda ipotesi, ma sulla scorta di qualche prova proprio lei viene accusata dell’omicidio del marito per gelosia dopo aver scoperto le visite a Zenia, e portata a processo. Ma l’altra domanda resta senza risposta: chi ha ucciso Zenia e perché?

L’intricatissimo giallo porterà il lettore nei quartieri più poveri della Londra vittoriana dove prostituzione, alcool e risse sono normale amministrazione e l’oppio l’unico sollievo per ogni dolore, da quello dei neonati a quello delle ferite provocate dalle risse o dagli incidenti sul lavoro e per l’insonnia di tutti.

L’accuratissima indagine di Monk e i suoi agenti lungo il Tamigi prima e il processo alla presunta colpevole, una tiratissima corsa contro il tempo condotta dall’abile avvocato Oliver Rathbone, dopo, terranno il lettore incollato alle pagine fino alla scoperta della terribile incontestabile verità.



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