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A Casa di Lucia | IN VIAGGIO CON PAPA’
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IN VIAGGIO CON PAPA’

Nel 1953 Carlo Castellaneta scrisse “In viaggio con papà”, romanzo che riuscì a dare un impulso nuovo alla narrazione del rapporto genitori-figli. La storia si sviluppa con una certa originalità su due piani temporali e spaziali: il protagonista è in viaggio con il padre in treno da Milano verso Foggia, dove il padre deve ricevere un’eredità. La storia è ambientata nel secondo dopoguerra, alternando ricordi di infanzia e giovinezza ad aneddoti del viaggio in corso con il padre. Il padre era un convinto fascista; severo, autoritario, coerente fino alla fine con le sue idee, nonostante lo sfacelo avanzante.

A distanza di tanti anni il figlio cerca di parlare a quel genitore duro come un macigno, capace di tradire la moglie e di lasciare la famiglia nel momento peggiore. Sente di avere tredici ore, quelle del viaggio, per costruire un dialogo che non c’è mai stato prima e avere un chiarimento non più rimandabile; è un piccolo processo a una generazione che affollò acriticamente le piazze, portando il paese al baratro. La vicenda quindi ha alcuni aspetti di universalità per la società del tempo. Colpe politiche e familiari si accavallano, aggravate dall’orgoglio di chi non sente il bisogno di doversi scusare. Stazione dopo stazione, si sviluppa la tensione dovuta a questo storico vuoto di parole e di significato, a tanti silenzi e asti che hanno reso estranei tra loro i due viaggiatori. Il viaggio spesso è stato utilizzato nella letteratura, nel cinema ed anche nelle nostre vite come antidoto per poter affrontare muri e differenze generazionali. In modo diverso, più scanzonato, nel filmIn viaggio con papàAlberto Sordi è costretto a sobbarcarsi un viaggio col figlio diametralmente diverso da lui per indole e abitudini, finendo per comprendere alla fine del percorso quel figlio un po’ stravagante e stralunato. A quanti di noi, da adolescenti o più grandi, sarà capitato di affrontare percorsi più o meno lunghi con il papà senza saper cosa dire per imbarazzo o per mancanza di una certa confidenza verso un genitore considerato più autoritario rispetto alla mamma? I viaggi diventano così spesso imbarazzanti, pesanti, lunghi da trascorrere, un intermezzo poco piacevole, fin quando si riscopre il genitore sotto altri punti di vista, notandone non più solo i difetti o le esagerazioni ma anche l’umanità e le debolezze. Magari scorgendone un po’ più di stanchezza dopo un percorso di viaggio più pesante, il timore in un tratto più pericoloso o semplicemente osservandolo sotto una luce diversa in gesti semplici e banali. La figura del padre nei decenni è profondamente mutata: dal pater familias padre-padrone al papà flessibile ed emotivo di oggi, passando per gli studi di Freud, l’immagine paterna è profondamente mutata. Nella letteratura, che come sappiamo è specchio della società, la figura del padre assume un’importanza centrale che spesso individua in essa l’origine, del bene quanto del male, il punto focale della vita dell’individuo.



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