
16 Mar LA MUSICA DEI FONTAINE D.C.
Ci si chiede sempre più spesso se fosse migliore la musica di una volta oppure no, ed ancora se la musica di qualità sia definitivamente morta!
Analizziamo con calma e con cura questo aspetto.
C’è stato sicuramente, a mio modo di vedere, un abbassamento della qualità della musica, ma di contro c’è stata più in generale una regressione della qualità richiesta alla musica da parte della società tutta, che va di pari passo con un decadimento del pensiero.
Infatti la musica, come le altre forme artistiche, ha un fortissimo legame con la società; ciò comporta che una società peggiore (o peggiorata) si accontenterà di musica dozzinale o di scarsa qualità, talvolta anche di nulla qualità.
Basti pensare che se prima la musica la si comprava sui supporti, oggi pretendiamo di averla gratuitamente attraverso Spotify e, allo stesso tempo, pensando che produrre musica non abbia dei costi, di poter accedere alla musica di qualità senza oneri da parte del fruitore .
La musica pop di adesso è tarata sulla richiesta prevalente, né più né meno, e, se il mercato non ha pretese di qualità, si satura di un prodotto fatto “su misura” per coloro a cui quel prodotto è destinato.
Ma cosa chiede la gente all’industria discografica? Cosa cerca in rete? Velocità e semplicità, musica “mordi e fuggi”, il più elementare possibile, adatta a tutti e per tutti indistintamente, musica che non resta perché a breve ne arriva altra che avrà lo stesso veloce destino e passerà, dimenticata, uguale alle precedente, uguale alla successiva.
Questo sistema di iperproduzione pseudomusicale, ormai collaudato e ben funzionante, considera il pubblico una massa di tonti che riescono a comprendere solo cose semplici ed elementari. Infatti, se si cerca bellezza nella musica pop, state certi che non ne troveremo.
Ma c’è un mondo che si salva da questo perverso sistema ed è il mondo della musica alternativa o “indi”, come qualcuno preferisce chiamarla. Esiste infatti, fortunatamente, per chi ancora la musica l’acquista come bene e non la rivendica gratis, una miriade di artisti e musicisti che generano, producono e incidono una complessità di generi musicali al di fuori del main-stream e delle regole dell’industria discografica, cercando di fare (è proprio il caso di sottolinearlo) musica nuova, libera, innovativa, soprattutto di qualità e, proprio per questo e per quanto detto prima, il più delle volte controcorrente.
In questo mondo emergono prepotentemente cinque ragazzi uniti dall’interesse per la poesia, cresciuti sotto la pioggia insistente di Dublino, svezzati dentro i pub della capitale irlandese.
Sto parlando dei FONTAINE D.C.
Ve li presento:
- Grian Chatten, frontman: voce, tamburello, fisarmonica e chitarra acustica
- Conor Curley : chitarra, basso, voce del coro
- Carlos O’ Connell: chitarra, tastiera, voce del coro
- Conor Deegan III: basso, chitarra baritona, tastiere, seconda voce
- Chilli Jesson: chitarra, basso, tastiera, voce del coro
Un giornale di Dublino li etichetta come “appassionati di letteratura e poesia, talentuosi, ispirati, cinque bohemien irlandesi del nuovo post-punk che hanno saputo ritagliarsi uno spazio di grande riconoscibilità nel giro di pochi album, centrifugando influenze stilistiche e puntando su testi ricchi di immagini, suggestioni e slogan, manifestando e trasmettendo al proprio pubblico un amore viscerale ed autentico verso la loro IRLANDA”.
I FONTAINE D.C. sono definiti dalla stampa di settore gli ultimi baluardi di un rock n’ roll sudato, diretto, viscerale, autentico e genuino.
Il gruppo si forma nel 2014 e, dopo anni di gavetta passati a suonare nei locali di Dublino, solo nel 2019 incidono il loro primo LP dal titolo DOGREL.
Già dal primo ed attento ascolto ci si rende conto che siamo di fronte ad un vera e propria rivelazione, ad un sound eccezionale, potente, nuovo e mai scontato, che si accompagna a dei testi mai banali.
La prima parola che viene pronunciata nell’ album è proprio DUBLIN, a dimostrazione di un legame solido con la terra di origine e con la città natale.
“DUBLIN IN THE RAIN IS NINE,
A PREGNANT CITY
WHIT A CATHOLIC MIND”
Così recitano i versi iniziali del disco, dai quale si nota da subito il senso di appartenenza, il clima uggioso, l’anima cattolica, ma soprattutto si evidenzia la vivacità di una città come Dublino sia in senso culturale che artistico: “PREGNANT CITY”, un vero grido di amore dei ragazzi verso la loro città.
Da quel giorno GRIAN CHATTEN ed i FONTAINE D.C., per nostra fortuna, non si fermeranno più, incideranno altri tre album con una qualità sempre maggiore .
Al primo album DOGREL, 2019, si aggiungeranno A HERO’S DEATH del 2020, SKINTY FIA del 2022 e, recentemente, è uscito il quarto album dal titolo ROMANCE, che è stato già eletto miglior album del 2024.
Concludo col dire di diffidare sempre di chi afferma che la musica di qualità è morta, perché così non è.
C’è ancora tanta buona musica in giro, basta saperla cercare nei posti giusti e i FONTAINE D.C. ne sono la prova.
Lunga vita ai FONTAINE DC, lunga vita all’IRLANDA!
Il Team Liber di “A casa di Lucia” ringrazia Antonio Deangelis per quest’articolo sul nostro blog.