26 Gen CULLINAN E ALTRI DIAMANTI
Il 26 gennaio del 1905 fu trovato, sembra per caso, il diamante grezzo dal peso di 621,35 grammi (3.106,75 carati) più grande mai ritrovato prima d’allora: il Cullinan, chiamato così in onore del proprietario della miniera, Sir Thomas Cullinan.
Denominato anche Stella d’Africa, per circa due anni Sir Thomas, vista l’eccezionalità della dimensione, non sapendo cosa farne, lo tenne in esposizione finché fu acquistato dal governatore della regione di Traansval, in Sudafrica, per donarlo a Re Edoardo VII in occasione del 66° compleanno.
A Londra il taglio del diamante (che richiese diversi tentativi per cercare di ottimizzarne al massimo la pietra e le potenzialità) fu affidato alla Royal Asscher Diamond Company, nata ad Amsterdam verso la metà del 1800, ancora operativa e gestita dall’omonima famiglia (il “taglio Asscher” fu inventato e brevettato nel 1902 da Joseph Asscher).
Dal taglio del Cullinan furono ricavati un centinaio di pezzi: i nove principali appartengono ancora oggi alla Famiglia Reale Britannica, i due maggiori sono incastonati nella Corona Imperiale di Stato.
Ma cos’è questa pietra così preziosa da affascinare re, regine e gente meno coronata, ispirare letteratura e cinema, criminalità, spionaggio, considerata magica, romantica e maledetta, ma, soprattutto, per rimanere ancorati alla realtà, tale da aver permesso lo sfruttamento di lavoratori (anche e soprattutto minori) dei giacimenti e delle risorse dei territori d’origine?
Il diamante è il più duro dei minerali conosciuti, una delle tante forme allotropiche del carbonio in particolare, è costituito da un reticolo di cristallino di atomi di carbonio disposti secondo una struttura tetraedrica, un particolare reticolo del sistema cristallino cubico. Rappresenta uno dei pochi casi in cui un elemento (il carbonio appunto) si rinviene in discreti quantitativi in natura allo stato puro. I diamanti hanno origine nel mantello della terra, dove esistono le condizioni di altissima pressione necessarie alla loro formazione.
I diamanti dovrebbero provenire da una profondità tra i 150 e i 225 km: la risalita avviene tramite camini vulcanici attivi; solo una percentuale bassissima dei vulcani presenta i camini diamantiferi.
Le origini in quanto pietra preziosa, ambita, non sembrano esser note: si ipotizza che i diamanti siano stati inizialmente conosciuti ed estratti probabilmente in India, che ne contende, assieme al Sudafrica, la produzione maggiore. La popolarità di questa pietra aumenta a partire dal XIX secolo grazie ad una maggiore offerta a seguito delle scoperte dei giacimenti africani, al miglioramento delle tecniche di taglio e lucidatura, alla crescita dell’economia mondiale e anche grazie ad innovative campagne pubblicitarie di successo.
Oltre ai Cullinan ricordiamo alcuni tra i più celebri diamanti.
Il Tiffany Giallo con 287,4 carati, uno dei diamanti gialli più grandi al mondo, è celebre per esser stato indossato da Audrey Hepburn per la presentazione del film “Colazione da Tiffany”, nel 2019 dalla cantante Lady Gaga durante la cerimonia degli Oscar e dalla cantante e attrice Beyoncé nel 2021 per la campagna di Tiffany.
L’Incomparable fu trovato da una bambina nella discarica di una miniera.
Il Fiorentino, di origine indiana, appartenuto a personaggi famosi, oggi risulta scomparso.
Il Taylor-Burton, 68 carati in forma a goccia perfettamente incolore, fu regalato dall’attore Richard Burton nel 1969, all’attrice Elizabeth Taylor, sua due volte moglie.
Famosi, particolari, dalle storie affascinanti e misteriose, sono anche i diamanti ai quali si attribuiscono maledizioni.
L’Orlov Nero chiamato anche Occhio di Brahma, 195 carati, fu rubato da un monaco in un tempio Indiano: morì tragicamente!
L’Hope, o blu di Francia, dal particolare e profondo colore blu, 45,52 carati, oggi è custodito presso lo Smithsonian Museum di Washington.
Il Koh-i-Noor, originario delle Indie, di proprietà della Corona inglese, la cui leggenda narra che solamente Dio o una Donna lo possano indossare impunemente.
Maledizione, però, reale e tragica è soprattutto quella definita la maledizione delle risorse, quella di un paese che dispone di ricchezze minerarie e che non riesce ad organizzarsi e amministrarsi per sfruttarle, per far sviluppare la propria economia. Anzi, ad esempio, le risorse dell’Africa (tra cui le miniere di diamanti appunto) non amministrate diventarono causa di conflitti e di povertà. Il fenomeno dei blood diamonds (da cui il film con Leonardo di Caprio) risalente agli anni Novanta ne è la prova: il commercio illegale del minerale, attraverso la compravendita delle armi, finanziava le guerre civili e le atrocità commesse in molti Paesi dell’Africa subsahariana.
In Sierra Leone l’estrazione di diamanti è sempre stata una fonte significativa di occupazione giovanile, e … lavoro minorile. I bambini sono coinvolti in varie attività minerarie, che includono il trasporto di sacchi pieni di ghiaia sulla testa e il lavaggio e la setacciatura della ghiaia per trovare i diamanti. Tali attività sono classificate come le peggiori forme di lavoro minorile secondo la definizione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (fonte: ActionAid).
C’è davvero qualcosa di più prezioso, lucente e magico degli occhi di un bambino libero di giocare e sognare?
Da star in libri e film, su teste coronate e dita facoltose, da status symbol insanguinato, la roccia di carbonio oggi forse, perdendo un po’ di poesia, si avvia verso il sintetico, sperando che, oltre a diventare più accessibile dal punto di vista economico, acquisterà, di contro, un valore etico maggiore eliminando l’abuso di persone, bambini, territori e criminalità.
Riusciremo come umanità, un giorno, ad avere il bello, lo status symbol, senza che ci sia dietro lo sfruttamento da parte di pochi a danni di altri e della natura? Forse sarebbe già possibile: sono proprio i territori, la natura nel suo complesso e i bambini ad esser bellezza. Se ci dedicassimo a goderne così come sono e a difenderli nel loro splendore, mistero e complessità, non sarebbe un arricchimento per tutti?
“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior.”
(Fabrizio De Andrè).
(tra le Fonti sul web: wikipedia, action aid).