A Casa di Lucia | RITORNO A CASA
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RITORNO A CASA

In questa rubrica siamo soliti portarvi, di articolo in articolo, in giro per il mondo. Le tappe toccano luoghi belli, a volte dimenticati, a volte da rivalutare sotto altri punti di vista, legati a filo doppio ad altre tematiche nei nostri “fil rouge“.

Eppure oggi è Natale, e se penso a questa festa, io non penso a nessun altro luogo che non sia casa.

Ma cos’è casa? In questi giorni mi segue in borsa un libro di Bill Bryson, “Breve storia della vita privata“: partendo dall’antica dimora in cui risiede (una vecchia canonica vittoriana), Bryson scava nel passato e stanza dopo stanza narra usi e costumi, stralci storici, stranezze e chicche relative ai criteri che avevano portato alla costruzione di ogni singolo ambiente. Un libro davvero interessante, che ancora di più mi fa affondare in questo concetto così ampio: casa. Eppure, secondo me, questo è uno di quei concetti che valica la definizione in senso materiale: non è strettamente legato a dei criteri fisici, quanto ad una sfera dei sentimenti che trascende ogni logica. Casa è quel luogo in cui torni, in cui sai di essere al sicuro, in cui rientri la sera e, chiudendo la porta, sai che lì troverai tutto ciò che conta davvero. Casa sono gli affetti che essa racchiude. Casa sono i ricordi che vi hai creato o che stai costruendo. Casa è il posto per antonomasia in cui ci si sente liberi di essere se stessi. Sono odori. Sono pagine. Sono foto. Sono abitudini. Sono i tuoi pelosoni che ti accolgono. Sono le persone che per te sono famiglia.

Conosco gente per cui “casa” è quella della nonna in cui sono cresciuti: due stanze con cucinino e bagno, e quel piccolo sgabuzzino dove i nonni avevano messo una branda per quel nipote che ormai praticamente viveva con loro. E ne conosco altre per cui “casa” è quell’appartamento confuso di persone che si sono trovate a condividerlo per caso, in città lontane dalla propria, ma che hanno ricreato la più bella delle famiglie, ognuno con la propria stanza ma tutti ammassate ogni sera in quella piccola cucina a raccontarsi e a sostenersi. Per alcuni la “casa” è il monolocale in cui finalmente hanno riscoperto se stessi, la libertà di vivere la vita che hanno scelto e per cui la luce che filtra dalla piccola finestra che dà sul cortile erboso è più bella della più spettacolare aurora boreale, perché è una conquista in cui hanno creduto. Ci sono persone che gireranno il mondo e si affermeranno e saranno felici, ma che si sentiranno davvero a casa solo ritornati dai genitori, varcata quella soglia in cui riabbracciando le proprie radici si sentiranno completi.

“Casa”, a volte, è un luogo altro. Impossibile non collegare nella mia mente il mio amato maghetto, per cui casa era la scuola di Hogwarts: un posto che amava e in cui aveva creato una famiglia, un posto in cui essere se stesso.

E così “casa” può essere anche una porta che si apre su scaffali di libri, un divano rosso, stanze che racchiudono non solo un progetto da condividere, ma anche e soprattutto una passione che unisce, un filo tra le nostre radici e la vetta dei nostri desideri, un luogo in cui ritrovarsi in famiglia, accolti, al sicuro, dove poter partecipare in un clima di libertà di espressione e di arricchimento. Dove non c’è più Lucia a darci il benvenuto ma, nel solco della sua eredità, una comunità di persone: una casa, appunto, che non appartiene più ad un singolo ma che possiamo sentire “nostra”. Un luogo dunque non solo fisico, ma pronto ad accoglierci anche attraverso le parole di un blog che apre le porte per farci sentire tutti a casa, ovunque ci troviamo, tutti uniti da quei fili rossi che si riconcorrono in quelle pagine come nelle nostre vite.

Più che di un viaggio l’articolo di oggi parla quindi di un ritorno: ritorno a noi stessi, a chi siamo davvero, in quello che è il nostro Io ma anche il suo riflesso nelle persone che abbiamo scelto lungo il nostro cammino, ritorno a quel luogo in cui tutto ciò si esprime ai massimi livelli. E che questo Natale, ovunque sia, sia per tutti l’unico ritorno che, in fondo, auspichiamo: il ritorno a casa.

 

“La cosa più bella di un viaggio è il ritorno a casa. Apri la porta e senti quell’odore misto di mobili, libri e persone che ami, che è una fragranza unica. Il profumo di casa tua.”  (Fausto Brizzi)

 

Cliccando sui link sotto potete ripercorrere tutto il fil rouge che abbiamo dedicato al Natale in famiglia, tra tradizioni che cambiano, bambini e festeggiamenti casalinghi:

https://www.acasadilucia.org/2024/12/22/tortellini-zafferano-e-cambiamenti-il-natale-che-non-ti-aspetti/

https://www.acasadilucia.org/2024/12/23/i-libri-dedicati-al-natale-per-i-piccoli-lettori/

https://www.acasadilucia.org/2024/12/27/il-cenone-di-natale-un-ricordo-dinfanzia/



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