15 Dic I PRESEPI NEL MONDO
“Te piace o’ presepe?”: è questa la frase (e domanda) più importante, che riassume la più famosa commedia tragicomica scritta da Eduardo De Filippo nel 1931, “Natale in casa Cupiello“. Luca Cupiello, il protagonista, attende con ansia l’arrivo delle feste di Natale per poter preparare il presepe. Vorrebbe che tutti amassero il suo presepe come lui e fa di tutto per prepararlo in maniera perfetta.
Il presepe (chiamato anche presepio) è la rappresentazione della Natività di Gesù; inizialmente diffusa in Italia, ora si è ormai sviluppata in tutti i Paesi cattolici del mondo.
Il termine affonda le sue origini nel termine latino praesaepe (da prae (innanzi) e saepes (recinto), ovvero “luogo che ha davanti un recinto”, cioè greppia, mangiatoia, ma anche recinto chiuso dove venivano custoditi ovini e caprini.
Le fonti da cui ci si ispira per la raffigurazione del presepe sono i 180 versetti dei Vangeli di Matteo e di Luca, cosiddetti “dell’infanzia“, che riportano la nascita di Gesù avvenuta al tempo di re Erode, a Betlemme di Giudea. Molti elementi del presepe, però, derivano dai Vangeli apocrifi.
In esso sono presenti tutti i personaggi e i luoghi della tradizione: la grotta o la capanna, la mangiatoia dov’è posto Gesù Bambino, i suoi genitori Giuseppe e Maria, i Magi, i pastori, le pecore, il bue e l’asino, gli angeli e la stella di Betlemme. La statuina di Gesù Bambino viene collocata nella mangiatoia alla mezzanotte tra il 24 e il 25 dicembre, mentre le figure dei Magi avanzano lentamente fino a raggiungere la capanna nel giorno dell’Epifania, che quindi è il suo ultimo giorno.
Per quanto concerne la diffusione del presepe nel mondo, possiamo suddividere tutte le varianti presepiali in due grandi macroaree: quella europea e quella del resto del mondo. Appartengono all’area Europea diverse varianti: il presepe spagnolo, quello provenzale, il presepe nei paesi di lingua tedesca e i presepi nei paesi dell’est europeo. Fanno parte, invece, della macroarea del resto del mondo i presepi dei Paesi dell’America Latina e quelli di origine orientale ed etnica.
Il presepe catalano
Il presepe in Spagna affonda le sue origini nell’epoca del regno borbonico a Napoli. In Spagna, il presepe si diffuse maggiormente nella regione della Catalogna, grazie anche alla passione di Ramon Amadeu (1745-1821), il più famoso scultore dell’epoca che realizzava pastori in creta. La prima associazione di appassionati del presepe nacque in Spagna intorno al 1860. Si diffuse allora la più importante “Asociaçion de Pesebristas“, che dal 1921 influenzò anche le successive scuole. Fu realizzata una “scuola del gesso catalana“. Essi realizzarono il presepe “storico”,fedele rappresentazione della vita di Gesù dell’epoca. Nel presepe Catalano troviamo “il Caganer”, che è un omino con il costume tipico catalano e un berrettino in testa, intento ad espletare le sue esigenze corporali. Per quanto bizzaro, la statuetta di questo pastore intento a defecare è, per i catalani, un simbolo di fortuna, allegria e prosperità.
Il presepe provenzale
Secondo la tradizione provenzale la nascita del presepe risale alla Madre Pica, che già nel 1200 costruiva rappresentazioni di scene di vita religiosa in Provenza e in Linguadoca. Secondo alcuni la tradizione del presepe nacque proprio in Francia e S.Francesco d’Assisi la replicò variandola. Il presepe, influenzato dal barocco italiano, non si sviluppò prima del Settecento. I pastori venivano realizzati utilizzando manichini di legno con mani, teste e piedi in terracotta o cera. La tradizione fu messa da parte durante la Rivoluzione Francese, ma riaffiorò ai tempi del concordato tra Pio VII e Napoleone Bonaparte. Il figurinaio Jean Louis Lagnel produceva pastori di argilla, prodotti in stampi, a basso costo e ricominciò ad introdurle nelle case. Queste statuine si trovano in vendita con il nome di Santons.
Il presepio nei paesi di lingua tedesca
Secondo la leggenda nel Duomo di Colonia, in Germania, si troverebbero le spoglie dei Re Magi, qui trasportate da Milano dall’imperatore Federico Barbarossa nel 1164. In molte città come Monaco, Augusta e Norimberga, si allestiscono nelle piazze dei veri e propri mercati di Gesù Bambino (letteralmente Christkindlmarkt). In questo caratteristico mercatino si vendono molti pastori e presepi veri.
Il Presepio polacco a Cracovia.
Ai paesi dell’Est europeo sono riconducibili quattro tradizioni diverse, rappresentate da quattro nazioni diverse: Ungheria, Russia, Polonia e Slovacchia. La tradizione ungherese vuole che il presepe (o Betlemme) si costruisca in una cassa a forma di chiesa o stalla e che sia trasportabile a mano. I personaggi che animano il presepe invece sono fatti di legno o carta con una candela votiva che arde. Il presepe russo è costruito su due piani. Sul lato superiore vengono riprodotti i classici episodi della nascita del Cristo in una grotta; sul lato inferiore, invece, vengono riprodotte scene umoristiche di vita quotidiana e popolare. In Polonia, invece, tradizione vuole che il presepe abbia forma di una cattedrale ricoperta di carta stagnola colorata. Si compone di tre parti: una superiore dove angeli annunciano la nascita del bambino Gesù, in quella centrale viene raffigurata la grotta con il bue e l’asinello, e infine la parte inferiore è costituita da rappresentazioni di contadini polacchi insieme ai Re Magi. Per quanto riguarda la Slovenia, infine, in ogni casa contadina si costruisce un presepe che adornerà un lato della casa, definito per questo “sacro”.
Il presepe in Sud America
A proposito di presenze insolite nel presepe nel mondo, anche in Perù ci sono dei personaggi, se così si può dire, che non è possibile trovare in nessun altro Paese del mondo. Per esempio, al posto del bue e dell’asinello tradizionali, nella capanna con la Sacra Famiglia ci sono una pecora e un lama!
Molto spesso il presepe viene allestito all’interno di una zucca svuotata, intagliata e dipinta con decori natalizi, altre volte su piccole canoe. In alternativa i presepi vengono allestiti all’aperto e ornati di piante grasse.
In Brasile il presepe venne introdotto dai conquistadores, e inizialmente era costruito secondo lo stile spagnolo o portoghese, ma ben presto si arricchì di contaminazioni indigene, e si popolò di personaggi mitologici, come il genio maligno e la mula senza testa. In Equador e Bolivia i presepi vengono allestiti su più piani e anche qui cristianità e paganesimo si mescolano in una visione che mostra sia la Natività, sia elementi dei culti pagani locali. In Paraguay non fare il presepe in casa porta sfortuna, per cui tutti lo fanno: si dispongono chicchi di riso su una tavola umida e quando il riso germoglia viene creato un paesaggio con sassi, animali di bambagia, cocci di vetro colorato. Tutt’intorno si dispongono cocomeri, meloni, fiori di cocco e ananas. In Messico le statuine sono bianche e oro, ornate riccamente con copricapi tradizionali, fiori e spilloni che rappresentano le spine dei peccati.
Il presepe in Asia
Anche in Asia furono i missionari a introdurre i presepi. I materiali e anche le caratteristiche dei personaggi e degli animali dipendono dalle zone. I primi presepi asiatici venivano costruiti in legno e bambù, e le statuine avevano tratti somatici orientali.
Il presepe nel resto del mondo
Il presepe nei paesi dell’America Latina è un presepe folcloristico che mette in primo piano il sole splendente e l’azzurro dei cieli, poiché il Natale ricade in piena estate. In questi luoghi il presepe si diffuse a causa dell’evangelizzazione degli “indigeni” da parte di gesuiti e sacerdoti portoghesi, spagnoli e francesi. In Africa invece, i primi presepi che si costruirono erano fatti di gesso e furono portati dai missionari. Nei lontani paesi d’oriente. si narra che l’imperatore delle Indie Akbar (1556-1605), nonostante non si convertisse al Cristianesimo, provò sempre grande simpatia per questa arte che lasciò diffondere nel suo vasto impero.
Il presepe in Italia
Anche in Italia il presepe ha delle varianti regionali. Per lo più, le diverse tradizioni presepistiche regionali si differenziano per i diversi materiali utilizzati e per l’ambientazione. Il Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari di Roma conserva una collezione di magnifici presepi di varie tradizioni regionali, tra cui uno marchigiano del XVII secolo e il grande presepe del re Carlo III di Borbone, realizzato secondo la tradizione napoletana con i pastori settecenteschi e ottocenteschi raccolti agli inizi del Novecento da Lamberto Loria.
Presepe napoletano
Il presepe napoletano, è diffuso in tutta l’Italia meridionale. Si caratterizza per lo sfarzo, la spettacolarità, l’affollamento di figure, l’ambientazione urbana, la riproduzione di scene molto elaborate, come la cavalcata dei Magi. Le statue di pastori sono in terracotta. Un tipico presepio napoletano è quello conservato al Museo delle Belle Arti di Rouen.
Via San Gregorio Armeno è la strada del centro storico di Napoli, celebre per le botteghe artigiane di presepi. Al grande pubblico, questa strada, è nota anche come “via dei presepi” o “via dei pastori”.Qui botteghe artigianali realizzano statuine per i presepi, sia tradizionali che originali.
Tra i personaggi del presepe napoletano ricordiamo: Beninoo Benito, pastorello che dorme beato e che si immagina dia origine al presepe sognando; corrisponde al bolognese Dormiglione e al siciliano Susi Pasturi; il vinaio, che ricorda l’eucaristia; Cicci Bacco retaggio dell’antica divinità pagana, Bacco, dio del vino; il pescatore ricorda simbolicamente San Pietro, pescatore di anime; zi’ Vicienzo e zi’ Pascale, compari, sono la personificazione del Carnevale e della Morte; il monaco, simbolo di un’unione tra sacro e profano che si realizza nel presepe napoletano; la zingara, giovane donna, con vesti rotte ma appariscenti, che prevedendo il futuro, predice la passione di Gesù; Stefania, una giovane che, quando nacque il Redentore, si incamminò verso la Natività per adorarlo e riuscì nel suo intento solo grazie al suo ingegno e ad un intervento miracoloso; la meretrice, contrapposta alla purezza della Vergine, si colloca nelle vicinanze dell’osteria; i venditori sono almeno dodici, e rappresentano i mesi dell’anno: Gennaio macellaio o salumiere; Febbraio venditore di ricotta e formaggio; Marzo pollivendolo e venditore di uccelli; Aprile venditore di uova; Maggio rappresentato da una coppia di sposi recanti un cesto di ciliegie e di frutta; Giugno panettiere o farinaro; Luglio venditore di pomodori; Agosto venditore di cocomeri; Settembre venditore di fichi o seminatore; Ottobre vinaio o cacciatore; Novembre venditore di castagne; Dicembre pescivendolo o pescatore.
Presepe genovese
Un tipico presepio genovese: quello del Santuario della Madonnetta, in cui risalta l’ambientazione urbana e un pescatore. Il presepe genovese vanta antiche e consolidate tradizioni. Fra i più famosi scultori di presepi del Settecento si segnala il genovese Anton Maria Maragliano. Tra i più significativi presepi genovesi ve ne è uno, infatti, organizzato a scena fissa ed impreziosito da statuine della sua scuola, tra le più rinomate nella produzione di figurine da presepe. È di ambientazione prevalentemente urbana (con i tipici carrugi, ossia vicoli del centro genovese) e si trova nel Santuario di Nostra Signora di Carbonara (“Madonnetta”). Una collezione degna di nota di statue originali del Maragliano è conservata nel Museo del Presepe di Imperia.
Presepe bolognese
Il presepe bolognese può vantare una tradizione plurisecolare che risale al XIII secolo. I personaggi sono scolpiti o modellati per intero, abiti compresi. Vari materiali possono essere impiegati, dalla terracotta alla cartapesta, dal legno al gesso, a seconda delle capacità dell’artista o dell’artigiano. Nella basilica di Santo Stefano a Bologna si conserva il più antico presepe al mondo. Da ricordare la fiera detta di “Santa Lucia” che durante il periodo natalizio si svolge sotto il Portico dei Servi, in Strada Maggiore dove si trova l’occorrente per il presepe. Nel presepe bolognese vengono aggiunti alcuni personaggi tipici: la Meraviglia (figura femminile che, in segno di stupore, agita le braccia), il Dormiglione (che dorme in un angolo appartato; corrisponde al siciliano Susi pasturi e al napoletano Benino).
Presepe marchigiano
L’usanza del presepe nelle Marche risale al XIII secolo in cui San Francesco frequentava la regione, inducendo la fondazione di conventi che diffusero questa tradizione sacra. Il presepe tradizionale marchigiano è caratterizzato dall’ambientazione in una campagna simile a quella delle colline marchigiane, ma ricca di elementi orientaleggianti, e dall’uso di statuine (pupi) di terracotta, cartapesta o in gesso, senza applicazione di vestiti in stoffa. Sono assenti le rappresentazioni di botteghe, bancarelle e osterie, come pure ogni forma di sfarzo. Tra i più noti presepi artistici della regione ci sono: il presepio dell’Oratorio di San Giuseppe ad Urbino, di Federico Brandani, (in stucco, tufo e pietra pomice, del 1555)[24] e il presepe monumentale di Fermo, all’interno del Monte di Pietà.
Presepe siciliano
Il presepe siciliano riprende la tecnica del presepe napoletano, le figure le figure vengono realizzate con anima in legno e fil di ferro e con vestiti di stoffa. Le aree in cui è più viva ed originale la tradizione del presepio sono quelle di Palermo, Siracusa, Trapani e Caltagirone. Particolarità siciliane sono l’uso della ceroplastica per realizzare le figure. Tipico è l’uso di materiali nobili come il corallo, affiancato all’avorio, alla madreperla, all’osso, all’alabastro e alle conchiglie. Alcuni tra i più preziosi sono oggi custoditi al museo Pepoli. A Caltagirone, dove è presente un’antica tradizione di produzione di ceramica, i presepi sono realizzati in terracotta. Tipica siciliana è la produzione di statuine in legno con vestiti in stoffa immersa in un bagno di colla che li rende rigidi e brillanti.
Presepe romano
Nei presepi romani c’è la presenza nel paesaggio di scorci della campagna romana con pini domestici e olivi, casali rustici, locande di campagna e rovine romane di acquedotti e resti monumentali. Solo nella grotta, in sughero, si nota un po’ di sfarzo, essendo essa sovrastata da una folla di angeli in volo, formanti nove cerchi concentrici. Dalla seconda metà del Novecento, all’ambientazione tradizionale si affianca la riproduzione di zone della Roma sparita; di tal genere è il visitatissimo presepio allestito nella Scalinata di Trinità dei Monti. Il più noto presepe romano è quello della Basilica di Santa Maria in Aracoeli, dove era specialmente venerata la statua del Bambinello del XV secolo, ora sostituita dopo il furto del 1994.
Nel 1982, papa Giovanni Paolo II inaugurò la tradizione di allestire un presepio in Piazza San Pietro, in occasione del Natale. Nel 2006, il presepe vaticano si è arricchito con 17 nuove figure, fatta in legno di abete, scolpite in Trentino-Alto Adige, a Tesero.
Presepe pugliese
Il presepio pugliese è caratterizzato dalle figure artistiche in cartapesta. La tradizione di statuine da presepio in cartapesta risale al Settecento. Fu il leccese Mesciu (maestro) Pietru de li Cristi, soprannome di Pietro Surgente (1742-1827) ad inaugurare la tradizione. Tra i presepi leccesi più noti si ricordano quello dell’Istituto Marcelline (1890 – di Manzo e De Pascalis ed Agesilao Flora) e i due conservati all’interno del municipio: uno del Guacci e l’altro di Michele Massari.
Presepe sardo
Il presepe in Sardegna è detto anche su Naschimentu, su Nascimentu o sa Paschixedda (piccola “Pasqua” di Natale) e ha una tradizione che si ricollega al mondo francescano e cappuccino. I presepi di tanto tempo fa erano essenziali: c’erano solo il bambin Gesù, Maria, san Giuseppe, il bue e l’asinello e qualche pastore con le sue pecore; lentisco, mirto, rami d’ulivo e muschio facevano da scenario. Il presepe dei frati cappuccini di Cagliari, datato 1948, quello di Olmedo, realizzato con la pasta di pane, quelli realizzati in sughero e quelli più moderni, sommersi nei fondali marini o assemblati con materiali di riciclo, esprimono il talento degli artigiani sardi.
Presepe trentino ed altoatesino
I presepi del Trentino-Alto Adige sono legati all’artigianato della scultura del legno. Si ricordano alcuni importanti presepi del Trentino-Alto Adige: nel Museo diocesano di Bressanone; da segnalare quello di Franz Xaver Nissl, del 1790 e altri del XVIII e XIX secolo; a Miola un’usanza ventennale prevede che i tanti presepi allestiti in famiglia vengano posti in luoghi visibili dai visitatori, che possono così avere una rassegna della tradizione presepistica trentina.
Presepe bergamasco
Tradizionalmente il presepe viene allestito durante la prima decade del mese di dicembre, collocando le statuette su del muschio appena raccolto e realizzando un paesaggio semplice, dove le montagne sono dei ciocchi di legno; le radici degli alberi formano le grotte, qualche sasso oppure della farina di mais simulerà una strada. Solo la sera della vigilia di Natale, poco prima della messa di mezzanotte, il bambinello verrà adagiato nella mangiatoia, tra il bue e l’asino, adorato dalle figure inginocchiate di Maria e Giuseppe Sin dagli inizi del XIX secolo esistevano a Bergamo numerose botteghe artigiane dedite alla produzione di statue in gesso a soggetto religioso destinate alle chiese. I soggetti erano dapprima scolpiti nel legno da maestri artigiani e fungevano da modelli, da questi veniva ricavato uno stampo nel quale veniva versato il gesso liquido che solidificato dava vita alla statuina vera e propria. Una volta asciutte le statue venivano dipinte con colori vivaci. Oltre ai soggetti di grandi dimensioni, destinati agli ambienti liturgici, venivano fabbricate anche statue più piccole dapprima commissionate dalle famiglie nobili o borghesi che iniziarono ad allestire il presepe nelle loro dimore. Un esempio di presepe bergamasco è visibile presso il Museo permanente del Presepio a Dalmine. Si tratta di un presepio ambientato all’interno della corte di una cascina bergamasca in una fredda ed innevata notte invernale.
Il presepe in Friuli-Venezia Giulia
Il presepe nel Friuli Venezia Giulia veniva per lo più realizzato nelle chiese e nei monasteri. Tuttavia non mancano testimonianze antiche, come il presepe del convento delle Orsoline di Cividale del Friuli, che ancora viene esposto, in cui sono presenti statuine risalenti al XVIII secolo e forse alcune al XVII. Celebre è la tradizione del presepe nel paese di Sutrio, che nel 2022 ha avuto l’onore di allestire quello di Piazza S. Pietro a Roma.
Il presepe galleggiante di Cesenatico
Cesenatico ha un presepe molto particolare perché esso è interamente realizzato sulle storiche barche da pesca ormeggiate nel porto-canale. Tutte le statue di questo presepe unico nel suo genere sono realizzate a grandezza naturale da artisti del luogo e rappresentano una comunità di pescatori che assiste alla nascita miracolosa di Gesù.
E tu prepari il Presepe?
Raccontaci un particolare o una tradizione familiare del tuo presepe.
Cliccando sui link sotto potete ripercorrere tutto il fil rouge che abbiamo dedicato alle diversità che attraversano il Natale e i suoi festeggiamenti:
https://www.acasadilucia.org/2024/12/16/ogni-fottuto-natale/
https://www.acasadilucia.org/2024/12/18/natale-dallaltro-lato-del-mondo/
https://www.acasadilucia.org/2024/12/20/natale-a-casa-underwood/