27 Nov I LUOGHI DI GUSTAV KLIMT
Gustav Klimt è stato uno dei pittori simbolisti e avanguardisti più influenti dell’Europa del tardo XIX e inizio XX secolo. La sua arte è intrisa di creatività, innovazione e controversie. Visitare Vienna attraverso le sue opere e i suoi luoghi è una chiave di lettura originale e affascinante della capitale austriaca.
La Klimt Villa fu utilizzata dal celebre artista come atelier negli ultimi anni della sua vita, dal 1911 al 1918. Fra le sue mura, ristrutturata e trasformata in villa soltanto nel 1923, l’artista dipinse alcune delle sue più celebri opere, come il ritratto di Adele Bloc-Bauer II e quello di Friederike Beer. L’interno è stato fedelmente ricostruito per dare al visitatore l’esatta percezione dell’ambiente originario.
Il Belvedere possiede la più numerosa e importante collezione dei dipinti di Klimt, ben ventiquattro. Tra questi anche il bacio più famoso della storia dell’arte “Il Bacio” che porta con sé tutti gli elementi dell’arte di Klimt: la fusione con la natura, l’esaltazione della bellezza femminile e l’influenza delle icone e dei mosaici bizantini che Klimt aveva ammirato personalmente a Ravenna.
Nel maggio del 1903, infatti, Gustav visitò Ravenna. L’artista austriaco, corpulento, pigro e, a detta di chi lo conobbe, anche ipocondriaco, non amava allontanarsi da Vienna ed intraprendere lungi viaggi. Ma rimase talmente entusiasta e folgorato dalla grandezza artistica ed espressiva degli splendidi mosaici di Ravenna, che decise di ritornarci nel dicembre dello stesso anno. Da quel momento l’oro, eterno ed inalterabile, acquista una forte valenza espressiva e fornisce la trama cromatica principale dei suoi quadri: inizia il cosiddetto “Periodo d’Oro”.
Al MAR Museo d’Arte della città di Ravenna è possibile ammirare un suo disegno: Nudo di donna (1914-1915) è uno dei tanti omaggi dell’artista alla femminilità, da cui tutta la vita fu fortemente affascinato.
Uno dei dipinti più importanti ed emblematici di Klimt, Morte e Vita, si trova al Museo Leopold di Vienna, insieme a molte altre opere dell’artista dell’Art Nouveau. Quest’opera tarda è una delle grandi allegorie di Klimt, in cui l’artista utilizza una composizione audace per tematizzare il ciclo della vita umana.
Anche il Wien Museum possiede un’impressionante collezione di Klimt, tra cui il ritratto della sua musa Emilie Flöge e Pallade Atene, dedicata all’omonima divinità greca. Inoltre, il museo possiede la più grande collezione al mondo di disegni di Klimt, che consta di ben 411 pezzi. Per motivi di conservazione, tuttavia, le tavole non sono in mostra permanente.
Presso l’Österreichisches Theatermuseum è esposta la “Nuda Veritas”. Il dipinto raffigura una figura femminile che si mostra allo spettatore nella sua nudità.
L’Art Nouveau in Austria assume le forme della Secessione, di cui Gustav Klimt fu il fondatore e il massimo esponente. L’obiettivo degli artisti della Secessione era quello di rappresentare una visione interiore del mondo, che pertanto ci appare misterioso e meraviglioso al tempo stesso. Il colore diventa un potente strumento espressivo per raffigurare questo mondo. La Secessione di Vienna non è soltanto uno dei più belli palazzi della città. Al suo interno è possibile ammirare il Fregio di Beethoven, noto in tutto il mondo. Si tratta di un ciclo di immagini realizzato nel 1902 dedicato al compositore Ludwig van Beethoven. Le sue tre parti sono ispirate ai movimenti della celebre Nona Sinfonia. Il fregio ci accompagna in un viaggio interiore in cui compaiono personaggi strani e misteriosi, fra cui le personificazioni della Morte e della Pazzia. Fino all’esplosione, nell’ultimo pannello, della gioia, rappresentata dall’allegoria Il Bacio del Mondo.
Per gli appassionati di Klimt sono certamente molto interessanti anche le scalinate del Kunsthistorisches Museum: si possono infatti ammirare 40 dipinti in pennacchi ed intercolumni che decorano gli stretti spazi compresi tra le colonne e gli archi. Undici di essi sono stati realizzati da Gustav Klimt, gli atri dal fratello Ernst e da Franz Matsch.
I preziosi bozzetti di Gustav Klimt per gli affreschi del soffitto delle scalinate del Burgtheater furono ritrovati alla fine degli anni Novanta nella soffitta del teatro. Questi disegni dal valore inestimabile, di cui fa parte anche l’unico autoritratto di Klimt, sono esposti in una sala dedicata a Klimt.
Gustav Klimt lavorò insieme a Josef Hoffmann al Palazzo Stoclet di Bruxelles. Klimt realizzò tra il 1905 ed il 1909 il Fregio Stoclet. I nove disegni di lavoro si possono ammirare oggi al MAK – Museo di Arti Applicate di Vienna.
Poco fuori Vienna, nel Lainzer Tiergarten, si trova la Hermesvilla, fatta costruire dall’imperatore Franz Joseph per la moglie Sissi. Gli affreschi dei soffitti del salone e della camera da letto dell’imperatrice sono, ancora una volta, opera di Gustav ed Ernst Klimt e di Franz Matsch.
La storia non ci ha permesso di ammirare i dipinti del soffitto dell’Aula Magna dell’Università di Vienna: le raffigurazioni allegoriche di filosofia, medicina e giurisprudenza non celebravano la vittoria della razionalità, ma piuttosto rivelavano una costante presenza delle tenebre. Inoltre, la presenza di numerose figure nude destò molto scandalo. I dipinti non furono mai installati all’Università, ma vennero acquistati da alcuni ricchi committenti privati di Klimt, il che gli permise di restituire l’onorario ricevuto per la loro realizzazione. Durante la Seconda Guerra Mondiale, queste pitture furono conservate nel castello di Immendorf che fu bruciato dai nazisti.
A partire dai primi del ‘900 Klimt, con la sua famiglia, usava recarsi sull’Attersee per trascorrervi lunghi soggiorni estivi, dove si dedicava a dipingere vedute e paesaggi.
Nell’estate del 1913 Gustav Klimt decise invece di recarsi sul lago di Garda e vi rimase da luglio a settembre.
Anche la produzione legata a questo soggiorno estivo è caratterizzata dal paesaggio, in realtà un “paesaggio dell’animo”. In genere Klimt amava eseguire queste opere all’aria aperta, spesso con l’aiuto di un binocolo. Erano di dimensione quadrata, raffinate e statiche e rappresentavano un momento di osservazione della natura, disgiunto da ogni ideologia. I paesaggi di Klimt, dunque, non nascono per il desiderio di riprodurre fedelmente la realtà come nella pittura antica: proprio in questa apparente limitazione è la potenza dello sguardo di Klimt, che si serve di tecniche fotografiche come mezzo per raggiungere una realtà più profonda, quella della nativa percezione della realtà che viene a comporsi nella nostra mente.
“Non valgo molto a parlare o a scrivere, tanto meno se devo esprimermi a proposito di me stesso o del mio lavoro. Alla sola idea di dover scrivere una semplice lettera l’angoscia mi attanaglia come il mal di mare. Temo proprio si debba fare a meno di un mio autoritratto artistico o letterario, ma non è una grande perdita. Chi vuole sapere di più su di me, cioè sull’artista, l’unico che vale la pena di conoscere, osservi attentamente i miei dipinti per rintracciarvi chi sono e cosa voglio.”
Essendo “Il bacio” il dipinto più famoso a cui è associato il nome di questo grande artista, vi invitiamo a leggere gli articoli del fil rouge che gli abbiamo dedicato, guardando al bacio nell’arte e nella letteratura per poi immergerci nella dolcezza del celebre cioccolatino:
https://www.acasadilucia.org/2024/07/08/il-bacio-nellarte-e-nella-letteratura/
https://www.acasadilucia.org/2022/03/03/il-bacio-perugina-storia-e-ricetta/
Non perdetevi inoltre il romanzo che prende le mosse dal mistero che avvolge una tela di Klimt:
https://www.acasadilucia.org/2024/10/14/35662/