A Casa di Lucia | IL GATTO NERO
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IL GATTO NERO

La conoscete la leggenda del gatto nero?

Carina e Amadeus erano due giovani innamorati che abitavano in due regni nemici da generazioni.

I loro genitori non approvavano che i loro figli si amassero e li tenevano reclusi.

C’era una bella gatta bianca, come la neve, che attraversava i due regni eludendo la sorveglianza.

Un giorno, la dolce Carina ebbe un’idea: scrisse sul dorso della gatta bianca un messaggio d’amore per il giovane Amadeus, che rispose rapidamente tracciando con bella calligrafia un altro messaggio sulla stessa gatta.

Poco a poco accumulò tante linee di inchiostro sul suo corpo che si trasformò in un’imponente gatta nera, carica di messaggi d’amore e di pace.

Il giorno in cui il suo ventre si gonfiò, diede alla luce sei preziosi cuccioli neri come la notte.

Sei cuccioli frutto dell’amore, della pace e del coraggio.

Ogni gatto nero porta scritto quindi sulla sua pelle un’antica leggenda carica di inchiostro, d’amore e di speranza.

Eppure nel corso dei secoli il nostro amico dal pelo color inchiostro scuro ha una lunga e ingiusta storia piena di miti e leggende. Tipicamente associato alla sfortuna, alle streghe e ad Halloween,

i gatti neri erano considerati compagni ben voluti dalle streghe a causa della loro capacità di rimanere invisibili in luoghi bui e man mano che la caccia alle streghe cresceva in popolarità, molte superstizioni sui felini neri iniziarono a svilupparsi.

Ci sono ben 22 razze riconosciute che possono avere una colorazione nera, ma l’unico felino completamente nero è il gatto di Bombay che assomiglia a una pantera nera, ma più piccola.

A causa del loro corredo genetico, i veri gatti color onice producono molta melanina. Questo pigmento rende il loro mantello nero e i loro occhi di un’accattivante tonalità ambrata, un colore degli occhi estremamente raro negli esseri umani. Un vero spettacolo!

Nell’antico Egitto, tutti i gatti, compresi i gatti neri, erano considerati sacri e venivano venerati, La dea Bastet era spesso raffigurata come una donna con la testa di un gatto nero, spesso associata ai gatti domestici. Infatti, ogni casa e tempio aveva almeno un gatto, in quanto era visto come un modo per portare fortuna all’intera famiglia. Sulle navi i marinai e pescatori credevano che avere un gatto nero a bordo avrebbe portato fortuna alla nave e garantito un viaggio sicuro, con l’ulteriore vantaggio di un minor numero di topi.

La loro pelliccia è magica! I ricercatori hanno scoperto che la mutazione genetica che fa sì che il pelo di un gatto sia nero li protegge anche da alcune malattie. Poiché i gatti sperimentano molti degli stessi problemi di salute degli esseri umani – il cancro e l’Alzheimer per citarne alcuni – gli esperti ritengono che studiare questi affascinanti felini potrebbe aiutare l’umanità a combattere queste malattie.

E che dire dei gatti neri che sono diventate delle star?

Lucky Tommaso, gattino randagio romano, ha vinto il Guinness dei primati dopo che la sua mamma adottiva, Maria Assunta, gli ha lasciato in eredità 10 milioni di euro.

Chi non ricorda Salem, l’impertinente star felina di Sabrina La Strega Teenager, la trasfigurata Binx di Hocus Pocus della Disney e il gattino senzatetto che ha rubato la scena in Colazione da Tiffany?

Ma la prima gattina che è diventata una diva fu Pepper che – si dice – fosse una gattina maltese nata sotto il pavimento dei Keystone Studios nel 1912. Pepper attraverso le assi del pavimento è comparsa proprio mentre stavano girando una scena e così anche nella storia del cinema!

Nonostante i popolari stereotipi culturali, in alcune parti del mondo si ritiene che possedere un gatto nero possa migliorare la vita sentimentale e attirare potenziali pretendenti.

Quindi, cari lettori, quando incrociate un gatto nero, ricordatevi che sta solo attraversando la strada.

Oppure, fate come ho fatto io quella volta che un gatto nero mi tagliò la strada mentre passeggiavo.

Era un giorno qualunque di un’estate greca.

“Ma dove va cosi lesto?” mi chiesi. Lo seguii e lo vidi salire su un muretto. Mi sedetti accanto a lui e restai a lungo a guardare il mare.



× Ciao!