14 Nov DONNE E LIBRI: Francesca Ciani libraia e non solo
Le parole Donne e Libri evocano le grandi scrittrici, sono tantissime però le donne che con dedizione, cura, fantasia si occupano dell’immenso, vasto e affascinante mondo dei libri. Questo mese conosciamo Francesca Ciani: libraia e, per la CE fondata con altre donne, curatrice di libri per bambini e ufficio stampa.
Da quanto tempo sei proprietaria della libreria e da quanto tempo hai avviato la CE?
La libreria è nata nel febbraio 2014 dal desiderio di mio marito Ernesto, titolare, e mio di rendere concreta una passione: la lettura. Da subito l’idea è stata di creare qualcosa che fosse “unico”, riconoscibile. Inizialmente avevamo pensato ad un caffè letterario, poi però ci siamo resi conto che il progetto doveva prendere una piega diversa il cui obiettivo era creare uno spazio di incontro, scambio e relazioni sane. Ascoltando un album di un musicista jazz abbiamo trovato il nome della libreria “Piccoli Labirinti”: ricordo perfettamente quel brano diffuso dalle casse dello stereo in un momento in cui continuavamo a riflettere su come chiamare la libreria. Fu una folgorazione perché in quelle note abbiamo sentito il senso del progetto che volevamo realizzare. Il brano si chiama proprio come la libreria.
La casa editrice Selvatiche-Seed è nata a giugno 2024, anche se i primi passi per dare forma al progetto li abbiamo mossi a maggio dopo una telefonata. Capita nella vita di attraversare quei momenti in cui senti di dover tracciare un sentiero netto, calpestabile, che segni il passo. Momenti in cui decidi di voler “essere” e per farlo serve una sinergia fatta quasi di magia alchemica. Da questa sinergia di cinque anime, capitanate dalla nostra “editoressa” Monica Zanon “Moka”, ha preso vita la casa editrice. Un progetto fatto di pubblicazioni, laboratori, incontri, scambi continui e scoperte. Ecco, la scoperta continua, lo stupore e la meraviglia sono le basi fondanti di questa realtà editoriale.
Tanto la libreria quanto la casa editrice mi hanno permesso di riscoprire e tener vivo l’entusiasmo proprio dei bambini quando scartano un regalo il giorno di Natale. E di questo sono davvero grata a mio marito Ernesto ed alla mia amica/sorella Moka.
Sono i lavori che avresti voluto fare fin da bambina?
Nella mia vita il lavoro principale è l’insegnamento, ma da due anni vi è rientrato anche lo studio universitario. Da piccola amavo vendere, amavo il contatto con il pubblico e non vedevo l’ora che finisse la scuola per passare le mie giornate a leggere. Ricordo che d’estate, in qualunque posto di mare la mia famiglia si recasse, io e mio padre andavamo a caccia di fiere e mercatini per acquistare libri. E quando andavo dai miei nonni mi rintanavo nello studio per sfogliare i libri e farmi inebriare dal profumo delle pagine. Ho sempre desiderato libri in regalo. Quindi sì, posso dire che è ciò che desideravo sin da bambina.
Ci racconti dei tuoi studi e dei tuoi inizi lavorativi?
Ho frequentato l’istituto magistrale nella città in cui sono cresciuta, Matera. Successivamente mi sono trasferita a Parma, dove ho studiato psicologia. Nel frattempo, l’amore per il prossimo, la voglia di indipendenza e una promessa fatta a mia nonna mi hanno spinta fare domanda per il Servizio Civile: un colloquio bellissimo che ha aperto le porte ad uno degli anni più emozionanti e ricchi della mia vita. Terminato il Servizio Civile sono rimasta nella cooperativa in cui avevo vissuto quell’esperienza. La coop Lunaria mi ha permesso di muovere i primi passi nel mondo del lavoro. Sono stata per sei anni operatrice in una casa di accoglienza per donne sole con figli. Successivamente ho cominciato a fare concorsi per l’insegnamento e, dopo diversi anni di supplenze in scuole private e comunali, ho vinto il concorso statale e dal 2015 insegno nella scuola dell’infanzia a bambini dai tre ai sei anni. Dal 2022 ho deciso di tornare all’università dove studio Lettere Moderne, altra grande passione.
Qual è la difficoltà maggiore che incontri con le tua attività?
Lavorare nel mondo dei libri è tanto affascinante quanto complicato. Muovere i passi in una libreria indipendente ed ora in una casa editrice indipendente non a pagamento, significa non smettere mai di lavorare e saper fare dieci lavori in uno. Non esistono paracadute, non esistono salvagenti, perciò ogni passaggio deve essere calibrato, ponderato, strutturato e poi comunicato.
Per la libreria mi occupo dell’organizzazione di eventi, che significa scegliere il libro, analizzarlo, pensare ad un progetto ad hoc, contattare editore ed autore e lavorare in sinergia per strutturare la promozione del libro stesso. Questo comporta non avere orari, dover essere sempre sul pezzo e non potersi permettere tempi lunghi. Ma significa anche dover entrare in contatto con tante persone che rappresentano mondi sempre nuovi e diversi con cui dover imparare a dialogare. Posso dire che l’aspetto più difficile in tal senso è dover fronteggiare richieste diverse fatte nei modi più disparati, oltre a dover fare una promozione costante per la buona riuscita di un evento.
Per la casa editrice sono ufficio stampa e curatrice delle collane per bambini e ragazzi Lunatiche e Vulcaniche, il cui fiore di riferimento è la ginestra. Essendo proprio all’inizio, posso dire di non aver sperimentato vere e proprie difficoltà, forse per l’entusiasmo o forse perché noi cinque anime siamo complementari e ogni nostra decisione sa di reciprocità. Certo dover arrivare al pubblico è la sfida più grande e magari quando mandi mail e le risposte faticano ad arrivare, c’è il rischio di scoraggiarsi, ma credo che faccia parte del gioco; perciò, ad oggi non le vivo come difficoltà.
Qual è invece la soddisfazione maggiore?
Senza dubbio la bellezza emotiva che ogni relazione permette di sperimentare. Siamo bombardati, mediaticamente, da notizie terribili, come se la vita fosse solo contornata da tragedie. Lavorare con i libri, invece, permette di entrare in contatto con persone meravigliose che ti introducono in mondi bellissimi. Guardare negli occhi un autore, un lettore, un collaboratore e vederci luce è la soddisfazione più grande. I libri mi hanno regalato e mi stanno regalando gli incontri più belli della mia vita. Incontri da cui sono nate amicizie preziosissime. Penso che quando un libro esce dalla libreria o muove i primi passi dalla casa editrice, porti con sé un pezzo di me, dei miei sogni, del mio mondo e allo stesso modo doni a me un pezzo di assoluta bellezza emotiva da ciascun attore protagonista di quel percorso.
Ci racconti un aneddoto legato al lavoro in libreria?
Nei primi anni di vita io non partecipavo quasi mai agli eventi in libreria. Non mi sentivo all’altezza di analizzare un libro, di raccontarlo, né tantomeno di dialogare con un autore. Però nell’estate del 2016 succede che entro in contatto con un libro che avevo scelto di portare in vacanza, “Lo sconosciuto”, una storia di violenza domestica terribile. Un libro che mi ha provocato talmente tanta rabbia da averlo scagliato sul pavimento. Dopo aver pianto pagina dopo pagina, ho sentito crescere in me l’esigenza di doverne parlare con l’autrice. Credimi: sentire la sua voce, la dolcezza del suo tono, privo di rabbia, mi ha scombussolata talmente tanto da volerla in libreria per presentarne il libro. Quella telefonata ha sancito l’inizio del mio percorso come moderatore di eventi. Ma la cosa più bella è che quella stessa sera ho ritrovato una persona che anni prima aveva fortemente contribuito alla mia crescita personale e professionale.
La libreria mi ha permesso di conosce persone meravigliose.
Ecco un alto aneddoto è legato ad un autore che stimo immensamente: Riccardo Lestini.
Nel novembre del 2019 era nostro ospite per presentare il suo romanzo, ma io avevo in programma un concerto per cui non avevo potuto incontrarlo. Beh, quella sera non mi sono persa solo la presentazione, ma anche il concerto che è saltato a causa di forte influenza del cantautore. Da quel giorno Riccardo Lestini l’ho presentato sempre io.
A tuo parere, i social, hanno fatto aumentare o diminuire la lettura negli ultimi anni?
Questo è un discorso controverso. Se da un lato hanno fatto da cassa di risonanza all’editoria, hanno anche lasciato spazio ad un mare magnum che crea tanta confusione nei lettori. Non voglio essere fraintesa, i social sono un mezzo potentissimo ed importantissimo per la divulgazione, ammesso però che venga fatta in modo costruttivo, coerente e adeguatamente comunicativo.
Temo che il bombardamento continuo di informazioni banalizzi il vero lavoro che c’è nell’editoria per la promozione di un libro in ogni sua forma. Servirebbe più sinergia e meno voglia di vetrina a tutti i costi, senza pensare al come.
Il tuo prossimo sogno da realizzare o già in realizzazione?
Dialogare con Roberto Saviano, Alessandro D’Avenia e Riccardo Lestini della figura di Pasolini.
Sì, lo so, sono un’inguaribile romantica, ma dopo che i libri hanno avuto il potere di farmi dialogare con Michela Murgia, Moni Ovadia e Giobbe Covatta, penso che sognare debba essere una buona pratica quotidiana, perché i sogni si possono e si devono realizzare. I libri ne sono il viatico perfetto.
Cosa consigli a chi vuol fare il tuo stesso lavoro?
Sicuramente di non scoraggiarsi mai, perché non è un lavoro facile. La lotta è continua, il tempo è tiranno e la fatica è tanta. Però ciò che un libro ti permette di raggiungere non ha eguali. Quindi chi vuole aprire una casa editrice o una libreria deve saper sognare, lottare, credere e amare smisuratamente le diversità.
Io posso solo dire che ogni persona incontrata in questo percorso ha reso la mia vita bella e complessa. Senza complessità non ci sarebbe reale bellezza emotiva.
Ci consigli un libro?
Non posso consigliare un singolo libro, farei un torto alla mia etica. Posso consigliare, e lo faccio vivamente, di lasciarsi affascinare dall’editoria indipendente. Non bisogna spaventarsi dinanzi a ciò che non si conosce, piuttosto ci si dovrebbe avvicinare con curiosità. Come? Entrando in libreria, partecipando agli eventi culturali, partecipando alle fiere dell’editoria e, perché no, usando i social come una matrioska fino ad arrivare alla più piccola realtà editoriale, che magicamente propone proprio quel libro che tanto si desiderava. Penso a Riccardo Lestini, Moka, Teresa Antonacci, Elena Cerutti, per fare degli esempi, ma ce ne sarebbero tanti altri, persone meravigliose che hanno scritto libri meravigliosi. Come faccio a scegliere un unico libro da consigliare? Ogni libro è una persona che si dona al mondo.
Oltre al loro respiro, cos’altro ascolti dai libri, cosa ti sussurrano?
Vita, speranza, bellezza emotiva e tanta, tanta, tanta forza. Nel mio studio ho i mobili e molti dei libri che sono stati dei miei nonni. Posso dirti con assoluta certezza che è la stanza nella quale gli odori mi pervadono maggiormente, perché evocano ricordi, evocano aneddoti, risvegliano emozioni. Ogni libro mi chiama nel momento opportuno, nel modo opportuno e mi consente, assieme alla musica (altra mia grande passione) di ritrovare me stessa, di scoprire piccoli anfratti della mia anima che fino ad un attimo prima non conoscevo. Spesso la notte entro nello studio, al buio, e respiro, consapevole che in quelle pagine ci sono ancora tanti mondi da scoprire e che ho ancora tanto da ricevere e da dare.
A chi dedichi la Donna che sei oggi?
La dedico a tutte le donne che hanno lottato per permettermi di essere libera di scegliere. La dedico alle mie nonne sempre vive in me e nei miei passi, a mia Zia Lucrezia che sento tanto vicina proprio grazie ai libri. La dedico a Lisetta, la prima persona che nel mondo del lavoro ha creduto in me. La dedico ai miei genitori che non hanno mai deciso per me, anzi hanno sempre assecondato le scelte.
La dedico a tutte quelle donne che non possono essere libere, che non riescono ad avere voce, troppo spesso dimenticate e troppo spesso vilipese.
La dedico a chi mi ha fatto del male permettendomi di crescere, avendo ben in mente quale strada percorrere.
La dedico a Michela Murgia, faro nel buio con una semplice frase in un momento in cui crederci stava diventando difficile.
E la dedico, anche se può sembrare bizzarro, a “Pollyanna”, il romanzo che a nove anni mi ha aperto alla lettura, andando oltre le favole. Ho amato tantissimo il cartone animato e ho amato ancora di più il romanzo. Credo che quella bambina sia l’esatta rappresentazione della determinazione mista a dolcezza che io ho sempre voluto avere, senza sacrificare le fragilità con cui diventare alleata.
Ringraziamo Francesca per l’intervista, per averci aperto le porte della sua libreria, della casa editrice, dei suoi ricordi, delle sue emozioni.
Un enorme in bocca al lupo sia per la libreria, che possa riempirsi sempre più di eventi, che per l’avvio della CE appena fondata con altre 4 donne.
Scopo del blog In Tutto Liber dell associazione A casa di Lucia, che ho abbracciato appieno, è la diffusione della cultura; scopo di queste interviste è cercare di far conoscere il dietro le quinte meno noto dei libri, dei mestieri e delle donne. Conoscere donne che grazie ad un libro, magari letto da piccole, sono state ispirate, hanno iniziato a sognare, a varcare il confine tra il possibile e l’impossibile per realizzare il proprio sogno, che lottano ogni giorno per mantenerlo in vita, ha un valore incommensurabile, che va oltre la diffusione della cultura, di un articolo, o del far conoscere un mestiere.
Sono onorata e grata a tutte le donne che sto conoscendo in questo periodo; e che la loro forza, la loro determinazione e ispirazione siano d’esempio a tanti.
“Se continui a cercare abbastanza a lungo fino a trovarlo, c’è sempre qualcosa di cui essere lieti”
(da “Pollyanna” di Eleanor Hodgman Porter).