13 Nov Alla ricerca della gentilezza per diventare tutti supereroi.
“Mia nonna mi diceva sempre che la gentilezza è un modo di vivere e che bisogna essere gentili non solo con le persone, ma anche con le piante e gli animali. Allora io qualche volta accarezzo i cespugli che sono sulla strada perché, se non ci fossero loro, le vie sarebbero tristissime.”
(tratto da “Il mio superpotere è la gentilezza“)
La casa editrice Dalia Edizioni è sempre garanzia di grande qualità nelle sue pubblicazioni. L’ho conosciuta proprio con la parte dedicata ai più piccoli e il primo di tanti tesori entrati in nostro possesso è il libro di Giulia Ceccarani “Il mio superpotere è la gentilezza”. Attraverso una storia semplice e dei bellissimi disegni, Giulia Ceccarani esplora i molteplici significati che può assumere la parola “gentilezza“, fino a far scoprire come in essa si racchiuda un superpotere: quello di far nascere anche da un evento negativo la possibilità di qualcosa che renda il mondo un posto migliore.
Lascio la parola a mia figlia Phoebe, che adesso ha 10 anni ma che ha letto per la prima volta questo libro insieme a me, quando ancora di anni ne aveva appena 5.
Recensione di Phoebe.
“Il mio superpotere è la gentilezza” è un libro istruttivo che fa capire cosa è giusto o sbagliato.
Parla di un bambino di nome Mattia, che ogni domenica va a fare una passeggiata con il nonno al parco. Una domenica vede un bellissimo fiore, che però viene calpestato da un bambino incurante che corre. Sia Mattia che il nonno vengono presi da grande tristezza ed il nonno sbotta: “Ma è possibile che nessuno insegni più la gentilezza?“. Già, ma che cos’è questa gentilezza di cui parla il nonno? Su suo suggerimento, Mattia si mette a fare un’indagine sulla gentilezza e ne scopre tantissimi aspetti chiedendo alla fruttivendola, alla sua amica, al calzolaio, al bidello e sbirciando da lontano con il suo binocolo: la gentilezza è aiutare un estraneo a cui si è rotta la busta della spesa; non sporcare l’ambiente; sorridere; cedere il passo a chi ne ha bisogno; avvertire con delicatezza la moglie che ha qualcosa tra i denti; dividere l’ombrello con qualcuno che non ce l’ha mentre piove.
Qualche domenica dopo incontra di nuovo il ragazzo che aveva calpestato il fiore: stavolta tira sassi alle oche. Allora gli propone di piantare un seme, che crescerà e diventerà un albero sotto cui ripararsi dal sole, su cui arrampicarsi, che darà aria pulita. Condividendo un gesto gentile, trasforma il bullo in un amico.
Leggerlo fa stare bene e fa capire come basti poco per vivere tutti meglio, in pace tra di noi e con la natura.
Ve lo consiglio molto.
BUONA LETTURA!!!
Dalle parole di Phoebe cerchiamo di trarre un consiglio adatto a grandi e piccoli, esattamente come l’itinerario fiabesco che trovate al link sotto:
https://www.acasadilucia.org/2024/11/20/la-strada-romantica-per-grandi-e-piccini/