A Casa di Lucia | CAPSULA MUNDI: la rinascita dopo la morte
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CAPSULA MUNDI: la rinascita dopo la morte

La morte rappresenta la fine della vita terrena e l’inizio della vita celeste.

È un tema molto ampio, aperto a diverse concezioni.

Qualcuno crede nella reincarnazione mentre per i cattolici si parla della morte come una rinascita a vita nuova nel Paradiso.

“La gloria di colui che tutto move

per l’universo penetra, e risplende

in una parte più e meno altrove.” 

(tratto dal 1° canto del Paradiso della Divina Commedia di Dante)

Secondo le credenze popolari, l’anima va in paradiso 40 giorni dopo la morte, e fino ad allora il suo spirito rimane sulla terra. Non è un caso che sia stato scelto esattamente il numero 40 né il perché questa credenza perduri da secoli.

Secondo le antiche credenze, infatti, le preghiere dei propri cari aiutano le anime a superare le difficili prove che durano dai 9 ai 40 giorni dopo la morte, perché si suppone che la persona possa rispondere dei peccati che ha commesso durante la sua vita, sebbene non tutti si pentiranno. 

È dunque importante recarsi nel luogo dove ritrovare il defunto a noi caro per poter intercedere tramite le preghiere. 

Eppure oggi il concetto relativo alla morte si sta evolvendo.

Anna Citelli e Raoul Bretzel sono i designer che hanno ideato “Capsula mundi”.

Capsula Mundi è un progetto ampio, che propone un diverso approccio al tema della morte. È un contenitore dalla forma arcaica, quella dell’uovo, realizzato con un materiale biodegradabile, nel quale viene posto il corpo del defunto in posizione fetale o le sue ceneri. La Capsula è messa a dimora come un seme nella terra. Sopra di essa viene piantato un albero, scelto in vita dal defunto, che verrà curato da familiari e amici, come un’eredità per i posteri e per il futuro del pianeta. Il cimitero assumerà dunque una veste nuova, non più grigie lapidi ma alberi vivi che creeranno un “bosco sacro“.

Capsula Mundi è quindi un’idea di sepoltura ecologica: un albero al posto di una lapide. In molti Paesi, come in Gran Bretagna, Canada e Australia, si sta diffondendo questo tipo di sepoltura che, oltre a essere economica, preserva il taglio degli alberi e la conseguente deforestazione.

Per produrre una bara oggi si abbatte un albero, spesso di essenza pregiata.

È l’oggetto con il più breve ciclo di vita ad alto impatto ambientale: la crescita di un albero richiede dai 10 ai 40 anni. Ogni anno nel mondo vengono tagliati circa 15 miliardi di alberi. Gli alberi possono vivere senza di noi, ma noi non potremmo essere in vita senza la loro presenza.

La Capsula Mundi permetterà così di ricordare il defunto non attraverso la sua lapide o un’urna, ma trovandosi davanti l’albero cresciuto al di sopra del suo corpo. Gli alberi non avranno nessun tipo di segno ma ognuno di essi sarà mappato con un sistema GPS per permettere alle persone di localizzare facilmente l’albero della persona cara.

Un nuovo approccio che potrebbe metterci davvero in comunione con la natura in cui siamo immersi, da cui proveniamo e a cui, così, potremmo tornare, in un naturale ciclo che anziché di morte parlerebbe solo di Vita

 



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