A Casa di Lucia | MARTEDI’…GIALLO con Edgar Allan Poe
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MARTEDI’…GIALLO con Edgar Allan Poe

Bentrovati/e visitatori e visitatrici del nostro blog, da oggi ogni quarto martedì del mese parleremo di Giallo. No, non il colore giallo ma il genere narrativo che ruota intorno a misteri più o meno delittuosi e alle indagini svolte per risolverli.

Con l’ausilio della recensione di un romanzo e di qualche nota sul suo autore, esploreremo le origini e l’evoluzione di questo genere narrativo molto amato con particolare riferimento al o ai personaggi indicati dai vari autori come risolutori di intrighi spesso sanguinosi.

A proposito, sapete che solo in Italia questo genere è chiamato “Giallo”?

Sapete perché?

Tutto risale al 1929 quando Lorenzo Montano scrittore e poeta nonché consulente editoriale della Casa Editrice Mondadori e Arnoldo Mondadori stesso, avendo constatato l’enorme successo all’estero dei romanzi polizieschi decisero di dar vita a una collana di libri dedicata a questo genere.

Era già in uso nella CE pubblicare serie di libri a tema contraddistinte dal colore di fondo della copertina sempre uguale, ad esempio i Libri Verdi che trattavano drammi storici. Per il genere poliziesco Montano e Mondadori optarono per un bel colore giallo canarino con al centro un cerchio rosso in cui veniva inserita la scena principale del romanzo.

Col passare degli anni il giallo da colore di copertina si trasformò in colore di genere e, ormai da decenni, è facilissimo trovarlo in articoli giornalistici in riferimento a un mistero d risolvere che sia un omicidio, un furto, la sparizione di documenti o di oggetti e per noi italiani i romanzi a tema mistero sono i “Gialli”. Anche nel nostro lessico quotidiano se ne fa un uso comune. Qualcuno ha mangiato la fetta di torta avanzata nel frigo? Chi sarà stato? E’ un “Giallo”!

Veniamo al padre della letteratura del mistero e al primo romanzo in cui troviamo un complicato caso delittuoso e una persona che lo risolve.

Parliamo di Edgar Allan Poe, geniale scrittore statunitense nato a Boston nel 1809 e morto a Baltimora nel 1849 dopo una breve vita alquanto travagliata, segnata da lutti e controversie finanziarie che lo tennero in uno stato di perenne povertà che lo portarono negli ultimi anni della sua esistenza a eccedere nel bere e quindi alla prematura morte sulla quale non è mai stata fatta chiarezza.

Poe è stato precursore non solo del genere poliziesco ma anche del gotico, ispiratore di grandi autori quali Arthur Conan Doyle “padre” di Sherlock Holmes e H.P. Lovegraft genio del genere horror.

Poe, nel 1841, scrive “I delitti della rue Morgue”.

La storia è ambientata nella via di una città francese dove, in un appartamento vengono ritrovati i cadaveri di due donne, madre e figlia brutalmente uccise e, addirittura, uno dei due corpi viene rinvenuto spinto su per la canna fumaria del camino.

Porta chiusa, finestre serrate, interviene la polizia che trova subito difficilissima la soluzione del caso ma, mentre una piccola folla si raduna intorno al palazzo dei fatti, passa di lì con un suo amico Auguste Dupin individuo dotato di un intuito sottilissimo e di una straordinaria capacità d’osservazione che viene subito incuriosito dall’accaduto.

Mentre la polizia segue i suoi schemi quasi concludendo che è impossibile stabilire cosa sia realmente successo, Dupin dirige il suo sguardo indagatore dove gli altri non guardano, scorgendo dettagli di cui nessuno si è accorto. L’estrema difficoltà del caso è legna per il fuoco della sua intelligenza investigativa che lo porterà alla risoluzione del caso con la scoperta di un colpevole decisamente inaspettato.

In questo romanzo possiamo scorgere i semi dei numerosi frutti che matureranno in futuro dando vita a un genere narrativo di portanza mondiale.

I tratti caratteristici: il “delitto nella camera chiusa”, la coppia “brillante investigatore-amico un po’ opaco” torneranno spesso in varie forme nella letteratura del mistero in ogni tempo.

Gli amanti del “Giallo” non possono che dire: grazie Edgar Allan Poe.



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