26 Ago GIORNATA DEL CANE
“Se raccogliete un cane affamato e lo nutrirete non vi morderà. Ecco la differenza tra l’uomo ed il cane.” (Mark Twain)
Il 26 agosto è la Giornata internazionale del cane, una data che ha origine nel 2004 negli Stati Uniti d’America ma che poi si è diffusa dappertutto. La data è legata a Colleen Paige, un’attivista ed educatrice cinofila che ha dato origine alla ricorrenza. In quel giorno da bambina aveva adottato per la prima volta un cane e da quel momento aveva instaurato un rapporto speciale con questi amici a quattro zampe.
La Pet Therapy ci spiega con fondamenti scientifici che il cane migliora il benessere fisico, emotivo e psicologico delle persone, migliorando l’umore.
Un cane non è solo un animale domestico ma un vero e proprio membro della famiglia ed ecco perché molte persone li portano in vacanza con loro. Nel 2023 la Summer Experience, il Polo Passeggeri di Trenitalia, ha permesso di far viaggiare gratis per tutta l’estate tutti gli animali domestici.
A legare cane e treno in un binomio ci sono diverse storie, come quella del “cane ferroviere”.
Nel 1953 alla stazione di Campiglia Marittima, in provincia di Livorno, si poteva incontrare un cane capace di memorizzare gli orari dei treni e riuscire a viaggiare tornando al punto di partenza. La storia venne raccontata dal capo stazione dell’epoca, Elvio Barlettani, attraverso un libro “Lampo, il cane viaggiatore”. Lampo si legò alla figlia del capostazione Mirna, che ogni mattina andava a Piombino in treno da Campiglia Marittima. Lampo l’accompagnava quotidianamente e poi tornava a casa. Alcuni passeggeri, cattivi di animo e poco propensi al legame con gli animali, una volta lo fecero salire su un treno merci in direzione Napoli, un’altra verso la Puglia, ma fortunatamente riuscì sempre a tornare nella piccola stazione toscana. Nel novembre 1958 la Rai fece un servizio su Lampo all’interno della rubrica Giramondo – Cinegiornale dei ragazzi e da lì la storia divenne di interesse internazionale. Una statua presso la stazione di Campiglia Marittima, realizzata dallo scultore Andrea Spadini, tiene ancora vivo il suo ricordo.
In una storia che viene dal Giappone, invece, il protagonista si chiama Hachikō, un cane di razza Akita, noto per la grande fedeltà nei confronti del suo padrone, il professor Hidesaburō Ueno, agronomo giapponese (a questo link la recensione del libro https://www.acasadilucia.org/2023/09/18/la-vera-storia-di-hachiko/ ). Dopo la morte improvvisa di Ueno, il cane si recò ogni giorno, per quasi dieci anni, ad attenderlo, alla stazione di Shibuya, dove l’uomo partiva ed arrivava ogni giorno in treno. Hachikō divenne, in Giappone, un’icona di lealtà. Nell’aprile 1934 al fedele animale fu dedicata una statua e la sua storia divenne il soggetto di film tra i quali “Hachi: A Dog’s Tale” del 2009, diretto da Lasse Hallström e con protagonista Richard Gere.
Infine come non ricordare Enzo, l’amico straordinario e il narratore perfetto del libro “L’arte di correre sotto la pioggia” di Garth Stein che ha emozionato tutti anche nella versione cinematografica “Attraverso i tuoi occhi”. Una storia raccontata da un cane. Una famiglia che sembra disintegrarsi inesorabilmente. Le corse automobilistiche come metafora della vita. Se avete un cane, se amate le macchine da corsa; se a un certo punto della vostra vita vi siete sentiti schiacciati dal peso degli eventi; e se avete un cuore leggero e sapete ancora meravigliarvi per la poesia lieve della vita, allora dovete conoscere la storia di Enzo.
Nella Giornata internazionale del cane i volontari cercano di sensibilizzare le persone a non abbandonarli e su questo tema si battono anche la World Dog Alliance (o WDA), Humane Society International e Humane Society of United States.
I nostri amici a quattro zampe sono davvero preziosi; sono anche addestrati per le emergenze.
Quelli da soccorso in acqua diventarono operativi nel 1988. In quell’anno Ferruccio Pilenga e il suo cane Mas iniziarono il loro lavoro insieme. Pilenga è stato il fondatore della Scuola Italiana Cani Salvataggio (SICS), che addestra cani e conduttori a questo lavoro, che richiede sangue freddo e coraggio. I cani da salvataggio per la montagna, anche chiamati “cani da valanga”, furono utilizzati già nel XX secolo anche se l’addestramento iniziò solo negli anni Trenta. Ferdinand Schmutz, ispirato da un salvataggio sulle Alpi svizzere effettuato nel 1938 da un cane il cui nome era Barry, decise di farsi aiutare dai cani nelle operazioni di soccorso.
I cani da soccorso sia in acqua che in montagna non devono per forza essere di razza ma devono possedere alcune caratteristiche caratteriali e fisiche: essere robusti e atletici, non essere aggressivi, essere coraggiosi in caso di pericoli come fuoco, acqua etc. Quelli da soccorso acquatico devono essere predisposti verso il nuoto e avere un peso superiore ai 30 chili. Il cane bagnino lavora duramente: deve poter riuscire a trainare un battello con a bordo fino a 30 persone, avere resistenza su lunghi percorsi e riuscire a buttarsi da un elicottero. Ci sono delle razze utilizzate per questo fine e sono il Terranova, il Labrador Retriever e il Golden Retriever. I cani da salvataggio in montagna sono addestrati per la ricerca delle persone disperse sotto la neve. Devono avere fiuto, essere calmi e risoluti. Si prediligono alcune razze tra cui il San Bernardo, il Pastore belga Malinois e ancora il Labrador, il Pastore Tedesco e persino il Border Collie.
Pensando al nostro rapporto con questi meravigliosi animali e quanto loro siano preziosi per noi, voglio cogliere l’occasione per raccontare alcune storie paradigmatiche.
La prima è la storia di True, un cane a 3 zampe, cieco e, sordo, che ha salvato una famiglia da un incendio allertandoli.
La signora Kate adottò questo cane disabile che nessuno voleva, amandolo come un figlio. Una domenica, Kate e suo marito Jace furono svegliati dall’abbaiare insistente del cane. I due pensavano che volesse uscire, ma quando aprirono la porta di casa trovarono un incendio: un corto circuito aveva innescato un incendio bloccando l’uscita. Riuscirono a fuggire dal retro, salvandosi grazie al cane che era riuscito ad avvertirli in tempo.
Poi c’è una storia che ci riscalda il cuore ed è quella del cane che salvò il suo padrone dal congelamento.
Un uomo che si era infortunato al collo fuori casa e in condizioni di forte freddo è sopravvissuto sulla neve per quasi 24 ore, grazie al suo cane che lo ha riscaldato durante la notte mentre abbaiava per chiedere aiuto. Dovendo spostarsi per un breve tragitto, l’uomo indossava solo pantaloni, camicia e pantofole, nonostante la temperatura fosse intorno ai -4° C. Purtroppo è scivolato riportando danni al collo. Kelsey, un golden retriever di 15 anni, ha riscaldato il suo padrone sdraiandosi sopra di lui e lo ha tenuto sveglio leccandogli mani e viso.
Pensando a tutto questo, una giornata sembra riduttiva per festeggiare i nostri cani e ripagarli del loro affetto. Non riuscendo a trovare parole più adatte per rendere loro onore, mi affido quindi alla penna di Victor Hugo:
“Fissa il tuo cane negli occhi e tenta ancora di affermare che gli animali non hanno un’anima.”
Al link sotto un articolo dedicato ad un libro di Sepulveda che ha per protagonista proprio un cane, amico fedele e leale:
https://www.acasadilucia.org/2023/07/22/un-cane-leale-e-fedele/