A Casa di Lucia | Universo Manga e “Kaiju Girl Caramelise”
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Universo Manga e “Kaiju Girl Caramelise”

Manga (漫画) è un termine giapponese che è andato affermandosi nel mondo ed indica i fumetti originari del Giappone. In Giappone, invece, questo stesso termine ha un significato più generico ed indica tutti i fumetti, indipendentemente da target, tematiche o nazionalità di origine.

Dagli anni Cinquanta il manga è diventato uno dei settori principali nell’industria editoriale giapponese, e da qui si è poi diffuso in tutto il mondo.

In Giappone i fumetti vengono serializzati su riviste dedicate contenenti più storie, ognuna presentata con un singolo capitolo per poi essere ripresa nel numero successivo. Se poi una serie ha successo, i capitoli vengono raccolti e ristampati in volumi (tankōbon) e dalla serie a volte si ricava un adattamento animato, che può avvenire sia a serie conclusa che durante la sua pubblicazione. Gli autori di manga, detti mangaka, lavorano tradizionalmente con assistenti nei loro studi e sono associati con un editore per la pubblicazione delle loro opere.

Il termine manga significa letteralmente “immagini derisorie“. Si pensa infatti che la primissima forma di manga sia nata attorno al XII secolo, quando su rotoli di pergamena venivano rappresentate caricature della fauna selvatica, animali antropomorfi come rane o conigli. Verso la fine del XVIII secolo veniva utilizzato per indicare delle pubblicazioni che genericamente contenevano illustrazioni. Hokusai usò quest’espressione per una sua raccolta di disegni (“Hokusai manga“) nel 1814, ma solo nel XX secolo il termine entrò nell’uso comune.

Hokusai Manga, vol. 8

Con l’occupazione statunitense del Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale, i fumetti e i cartoni animati della cultura occidentale iniziarono ad influenzare fortemente questa forma d’arte, portando allo sviluppo del manga moderno, un prodotto unico nel suo genere.

Rakuten Kitazawa fu il primo disegnatore in assoluto ad utilizzare la parola manga.

Rakuten, 1908

Rakuten, 1908

Un tempo i manga erano caratterizzati dai disegni, cioè dalle figure realizzate in maniera semplice, con tratti quasi infantili ed espressioni facciali esagerate (come occhi grandi, nasi piccoli, teste tondeggianti, muscolatura non accentuata). Questo ha inizialmente fuorviato l’utente finale: il target a cui erano rivolti non era infatti un pubblico di bambini o ragazzi.

Ecco perché col tempo lo stile del disegno è cambiato, personalizzandosi fortemente in base all’autore che lo realizzi, e ad oggi le differenze sostanziali tra manga e fumetto occidentale risiedono nell’impaginazione, nello stile di rappresentazione e nella narrazione.

Le caratteristiche principali sono quindi:

– il formato (solitamente tascabile)

– il verso di lettura (da destra a sinistra, sia per le pagine che all’interno delle strisce)

– l’assenza di colori (ad eccezione della copertina e di qualche inserzione, infatti, i manga sono in bianco e nero)

 

La diffusione e il successo dei manga ha portato artisti di tutto il mondo a realizzare fumetti ispirandosi allo stile, al disegno e ai temi dei manga giapponesi. Per queste opere sono state proposte diverse definizioni, che rientrano in quella più generale di «global manga», ovvero un prodotto che viene avvertito come manga ma realizzato da autori non giapponesi.

 

I generi dei manga sono numerosi. Proviamo a fare una classificazione che possa rendere l’idea:

Shoujo: rivolti a un pubblico femminile adolescenziale, sono spesso ambientati in ambito scolastico o fantastico, con toni romantici; una sottocategoria molto conosciuta è il maho- shoujo, che tratta di ragazze con poteri magici.

Shounen: corrispondente maschile dello shoujo, tratta temi come azione o avventura, ma anche fantasy e sport.

Seinen: adatto a un pubblico maturo, con tematiche più cupe o profonde

Josei: dedicato alle donne adulte, affronta temi come la vita lavorativa e l’ambito familiare

Shonen-ai e shoujo-ai: manga che trattano di relazioni omosessuali, il primo tra uomini e il secondo tra donne; in questa tipologia si tende ad una versione più romantica e platonica della relazione.

Yaoi e yuri: versioni più spinte degli shonen-ai e shoujo-ai.

Hentai: manga pornografici.

 

È innegabile che i manga abbiano avvicinato il Giappone e la sua realtà al mondo occidentale, contribuendo alla diffusione di questa cultura che altrimenti sarebbe rimasta a noi poco nota.

 

Proprio negli ultimi mesi mia figlia Phoebe di 10 anni si è appassionata ad un manga, “Kaiju Girl Caramelise“, un maho- shoujo. Le lascio quindi la parola.

 

Recensione di Phoebe:

Un nuovo manga per ragazze uscito di recente: il mio preferito.

Parla di una ragazza del liceo di nome Kuroe Akaishi, una ragazza che, a causa di una sua condizione rara, quando prova forti emozioni trasforma alcune parti del suo corpo in una specie di Kaiju (tipo di mostro tipico della fantascienza giapponese, il più famoso è Godzilla). Al momento sono usciti, in Italia, i primi 2 volumi, quindi la storia è ancora all’inizio ma finora è bellissimo. Per adesso la storia è andata così: Minami (il cui nome per intero sarebbe Arata Minami), l’idolo della scuola, mostra un certo interesse per Kuroe facendola agitare ancora di più e facendola trasformare sempre più spesso in un enorme kaiju e attirando l’attenzione di Manatsu, ragazza amica di Kuroe e amante dei kaiju. Si creano così situazioni strane e anche divertenti. Un’avventura di adolescenti come noi ma con un tocco di magia!

Lo consiglio perché è molto bello e appassionante.

BUONA LETTURA!

Kaiju Girl Caramelise, vol.1

 

Alcune storie dei manga sono mutuate dall’arte del Kamishibai. Per scoprirla, cliccate sul link sotto:

https://www.acasadilucia.org/2024/05/05/kamishibai-larte-di-narrare-per-strada/



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