17 Lug “Alice” al parco: una biblioteca nel verde
Per chiunque passi da Parma, sia che la raggiunga per un weekend sia che ci si trovi a vivere, è impossibile non fare un salto in uno dei parchi più famosi della città, che si impone in centro, quasi una piccola fuga dalla realtà in cui si trova immerso: il Parco Ducale.
Questo parco storico sorge nell’oltretorrente e, data la sua ampiezza (ben 208.700 metri quadrati), diversi sono i suoi ingressi. Il più suggestivo, però, è quello di Strada delle Fonderie, proprio accanto al Torrione Visconteo: arrivando dalla Pilotta (edificio storico di Parma sede dei musei civici) basterà attraversare il ponte Verdi ed eccoci oltre il torrente omonimo della città, proprio di fronte al cancello del parco.
Da un viale centrale si dipartono tanti vialetti laterali che portano a slarghi e al percorso perimetrale, su cui si aprono gli altri ingressi a cui accennavo. Varcato il cancello, però, la sensazione è quella di non essere più in città, ma in aperta campagna, e allo stesso tempo fuori dal tempo.
Il parco è disseminato di statue antiche (in realtà si tratta copie) che si svelano durante le passeggiate negli angoli o ai crocicchi. Famoso è il Gruppo del Sileno, che sorge accanto al boschetto d’Arcadia, dove, in posizione un po’ sopraelevata, si trova il tempietto omonimo.
Camminando per i viali tra tigli e ippocastani, in mezzo ai cinguettiti e al suono dei picchi, si potrà scoprire anche il Teatro al Parco lungo il perimetro di destra,
oppure un’area giochi per bambini continuando il giro lungo i vialetti di sinistra: qui accanto, per la gioia dei piccoli, si potranno anche affittare i famosi “grilli“, una sorta di tricicli diffusi in tutta Italia ma che hanno avuto la loro nascita non lontano da Parma, per l’esattezza a Reggio Emilia, negli anni Cinquanta dello scorso secolo.
Dal grande viale centrale, facendo tappa al Caffè in pietra ospitato nell’antica Serra degli aranci del XVIII secolo,
si impone invece la vista della Peschiera, un laghetto ovoidale al cui centro si trova un isolotto con la monumentale Fontana del Trianon: realizzata tra il 1712 e il 1719 da Giuliano Mozzani per il giardino della Reggia di Colorno, dopo varie vicissitudini la fontana trovò qui la sua collocazione finale; la scultura rappresenta allegoricamente i fiumi Taro e Parma, posti ai lati della conchiglia centrale.
Questo parco neoclassico di ispirazione francese, opera dell’architetto Ennemond Alexandre Petitot, viene spesso erroneamente attribuito a Maria Luigia, la duchessa che dopo la Restaurazione portò il Ducato di Parma e Piacenza agli antichi fasti. In realtà sorse per volere del duca Ottavio Farnese nel 1561, che concepì la prima parte del giardino partendo dal Palazzo del Giardino (detto anche Palazzo Ducale del Giardino), con le sue due aiuole simmetriche poste davanti. Anticamente sede della corte ducale dei Farnese, spostata solo nella seconda metà del Seicento nei palazzi del complesso della Pilotta, ancora oggi questo palazzo si erge in posizione decentrata a destra dell’ingresso principale e attualmente ospita il Comando Provinciale dei carabinieri di Parma e una delle sedi del RIS.
Andare al Parco Ducale con mia figlia è ormai una tappa fissa dei nostri giri in centro, anche perché qui, proprio accanto al Palazzo Ducale, attraversando un varco tra le siepi, si entra in un angolo protetto e magico: le serre del parco.
Questa struttura in stile liberty del 1925, un tempo usata come ricovero delle attrezzature dei giardinieri e delle essenze arboree in vaso, è da diversi anni sede (provvisoria) della Biblioteca di Alice, una delle tante biblioteche comunali della città, specializzata soprattutto nella letteratura dedicata a bambini e ragazzi.
Lo spiazzo antistante, con le sue panchine e lo stagno delle rane, è spesso rallegrato da bambini alla scoperta del mondo, e sotto l’albero che cresce lì accanto non è raro assistere a letture organizzate e laboratori di vario genere.
Dalle vetrate dell’antica serra si scorgono gli interni con i loro scaffali che crescono adattandosi all’età dei bambini a cui i libri sono rivolti, passando da una zona fatta di basse strutture lignee, sedioline e tavolinetti, sempre pieni di libri cartonati e piccole mani pronte a stupirsi, ad alti scaffali in metallo in cui frugare alla ricerca di fumetti o romanzi dei generi più disparati. E in mezzo anche albi illustrati e scaffali a tema, come quelli dedicati al Natale, alle filastrocche o ai silent book. Non manca una piccola sezione all’ingresso dedicata agli adulti, che così possono trovare anche loro un mondo a cui attingere, sempre consigliati da solerti bibliotecari che per noi, assidui frequentatori, sono diventati dei complici preziosi nella scelta del nostro “bottino libresco”.
La presenza del gattile del parco proprio oltre il varco successivo tra le siepi e il via vai dei suoi abitanti pelosi tra le serre e i libri, contribuisce a rendere questo luogo ancora più magico: una bolla incontaminata all’interno di un regno fatato, un mondo delle meraviglie in cui perdersi come se ognuno, piccolo o grande, fosse una nuova Alice che insegue un curioso bianconiglio e scopre se stessa.
Il potere dei libri sui bambini e ragazzi è maggiore di quel che pensiamo! Ecco perché vi consigliamo il libro “Argo e Calypso, cani da biblioteca”; trovate la recensione di una piccola lettrice a questo link:
https://www.acasadilucia.org/2023/11/20/argo-e-calypso-cani-da-biblioteca-di-andrea-laprovitera/
Vi rimandiamo anche ad un elogio ai libri che merita di essere letto:
https://www.acasadilucia.org/2024/03/03/elogio-ai-libri-e-a-casa-di-lucia/