A Casa di Lucia | INTIRAYMI: una festa ritrovata
34845
post-template-default,single,single-post,postid-34845,single-format-standard,theme-bridge,bridge-core-1.0.2,no-js,woocommerce-no-js,ajax_fade,page_not_loaded,,vertical_menu_enabled,qode-title-hidden,side_area_uncovered_from_content,transparent_content,columns-4,qode-theme-ver-18.0.4,qode-theme-bridge,disabled_footer_top,wpb-js-composer js-comp-ver-5.7,vc_responsive

INTIRAYMI: una festa ritrovata

Il Perù è un sogno o almeno lo è per me. Ho raccolto tantissimo materiale di viaggio sotto forma di racconti, itinerari, foto e video; ora non mi resta che mettere tutto insieme e partire per quest’avventura che so già sarà indimenticabile.

Il periodo migliore per visitare questo paese va da maggio a settembre, ma io vorrei trovarmi lì per l’Intiraymi, la festa che gli Inca dedicavano al Dio Sole che si tiene il 24 giugno

Si tratta di una delle feste tradizionali più importanti che si celebrano in Perù. 

L’Intiraymi è stato instaurato dall’Inca Pachacútec nel 1430 d.C., e si è celebrato ogni anno durante il solstizio dell’inverno australe, il 21 giugno, il giorno in cui il Sole è più lontano dalla Terra, fino al 1535 quando iniziò la colonizzazione spagnola. Il viceré Francisco de Toledo lo proibì considerandolo una festa pagana e per questo contraria alla religione cattolica. L’Intiraymi però si continuò a celebrare in maniera clandestina e in forma ridotta fino alla seconda metà del secolo scorso quando si è non solo recuperata questa festa, ma anche valorizzata e pubblicizzata, tanto è vero che oggi sono migliaia i turisti che si recano in Perù per assistere a questa celebrazione che può essere considerata un vero e proprio evento.

Anticamente la festa durava 15 giorni e tantissime erano le persone che dai quattro angoli dell’Impero raggiungevano la capitale Cusco. Per gli Inca il Sole era la divinità più importante, era il creatore di tutte le cose e da lui dipendeva il destino degli uomini e dell’universo, per questo motivo gli si dovevano offrire sacrifici onde evitare che durante il suo lungo cammino attraverso il cielo abbandonasse la terra e i suoi figli, lasciandoli senza luce e calore. A Cusco l’Imperatore e tutta la sua corte si preparavano con un digiuno di tre giorni per rendere omaggio alla divinità e durante la festa egli offriva in sacrificio un’alpaca nelle cui interiora il sommo sacerdote leggeva il futuro. I tantissimi fedeli con grande passione ed entusiasmo accompagnavano con canti e danze tutti i cerimoniali e offrivano al dio Sole doni dall’alto valore simbolico. Si costruivano anche statue di legno che si adornavano con gioielli e abiti speciali per poi bruciarle  come offerta al Dio Sole e alla Pachamama (la Madre Terra).

Oggi, la tradizione si mantiene sotto forma di una rappresentazione teatrale dove partecipano più di 800 attori. La festa si svolge nel centro di Cusco, nella spianata del Qoricancha (l’antico centro religioso della capitale inca), per poi spostarsi nella Plaza de Armas e poi nella fortezza di Sacsayhuaman, la cui spianata è utilizzata come scenario centrale per l’ingresso solenne delle delegazioni dei quattro Suyos dell’Impero. 

Ovviamente i tempi e i luoghi non sono gli stessi di un tempo: innanzitutto la data della celebrazione è stata spostata dal 21 al 24 giugno facendola coincidere con la memoria di San Giovanni Battista e di altre due feste molto sentite in Perù  “el dìa del Indio” e “el dìa del campesino”. Poi la durata è di un solo giorno (mentre in origine era di 15 giorni) e chiaramente i luoghi di origine non possono essere più utilizzati. 

Nonostante le tante differenze con il passato, nell’Intiraymi la carica di misticismo e spiritualità è comunque presente e inoltre rappresenta una presa di coscienza del popolo, un ritorno alle proprie tradizioni, motivo per il quale è molto sentita.

Che il 2025 sia l’anno buono per organizzare il mio viaggio in Perù? Speriamo di sì!

 

Rimanendo in Perù, viaggiate con noi alla scoperta di Machu Picchu:

https://www.acasadilucia.org/2024/07/24/35044/



× Ciao!