A Casa di Lucia | “Napoli 44”, di Norman Lewis
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“Napoli 44”, di Norman Lewis

È questo un piccolo libro che ho scoperto anni fa grazie ad una trasmissione di Alberto Angela dedicata alla Seconda Guerra Mondiale: piccolo ma pieno. Norman Lewis è un soldato britannico, lavora per i servizi segreti, e si ritrova improvvisamente trasferito dall’Africa all’Italia, nel corso dello sbarco effettuato in Campania durante le operazioni di liberazione del nostro Paese. “Napoli 44” altro non è che il suo diario di quei giorni, di quei mesi: mesi in cui si imbatte nelle contraddizioni italiane, nelle manie, nelle superstizioni religiose, nei silenzi e nei clamori di questo strano Paese così lontano da lui, e ancor di più si imbatte e combatte contro la criminalità, la mafia e la camorra, e il suo intreccio così stretto con chi dovrebbe far rispettare la legge in un do ut des che arriva fino ai piani alti, rendendo vani i suoi sforzi. Si vive il vuoto e la dispersione dell’esercito, si vive il cambiamento politico, la frammentazione in miriadi di piccoli partiti e la sensazione del vuoto di potere che quasi fa rimpiangere il Fascismo, facendo nascere quella nostalgia tipica del post guerra che ancora oggi si trascina in alcune fasce della popolazione.

 

“Il pubblico italiano apprezza l’oratoria al di là del contenuto, ed è affascinato da quell’esibizione di fuochi d’artificio verbali cui in genere si ricorre per nascondere la mancanza di un pensiero originale.”

 

È amaro constatare quanto uno straniero ci avesse inquadrati perfettamente e ancora di più quanto poco sia cambiato.

Eppure, quanto più siamo incomprensibili ai suoi occhi, quanto più si sente quasi ingabbiato in meccanismi a cui non vorrebbe cedere pur trovandosi a volte costretto a farlo, tanto più la notizia di un improvviso trasferimento lo fa piombare nella nostalgia. Calca ancora il suolo italiano e già ne sente la mancanza. E nelle ultime pagine quello che emerge è un profondo amore per questo popolo fatto di cuore, sangue e forza.

Se mi posso permettere, consiglio caldamente la lettura di questo libro per vederci dall’esterno, in maniera goliardica, disincantata, fin troppo reale, per odiarci e disprezzarci, e infine per amarci in epifanie improvvise.

Per seguire il fil rouge su Napoli, cliccate sui link sotto:

https://www.acasadilucia.org/2024/04/14/fu-cosi-che-nacque-napoli/

https://www.acasadilucia.org/2024/09/25/le-rissole-le-cugine-dei-panzerotti/



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