A Casa di Lucia | FU COSI’ CHE NACQUE NAPOLI
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FU COSI’ CHE NACQUE NAPOLI

“In un paese che non vi dico

Addormentata in riva al mare

Col vulcano che la sta a guardare

C’è da sempre una sirena

Una fattura l’incatena

E nessuno la può svegliare 

(Cit. “Sole, Sole”, Eugenio Bennato)

 

L’origine della fondazione di Napoli è legata a miti e leggende che si perdono nel tempo. Neapolis, fondata dai greci nel IV secolo a. C. è legata alla leggenda della Sirena Partenope. La figura mitologica, descritta nell’Odissea, è famosa per il suo canto. E l’Odissea, sebbene sia stata scritta nell’VIII secolo a.C., narra vicende che si svolgono proprio tra il XIV e il XV secolo a.C. Da questo deriva anche l’appellativo “partenopeo”.

La leggenda della Sirena Partenope è narrata da Omero nel XII canto dell’Odissea: Ulisse volle ascoltare a tutti i costi il canto delle sirene, le quali attraevano i navigatori con le loro voci angeliche e melodiose, per poi ucciderli. Avvisato dalla maga Circe, l’uomo prese delle precauzioni: ordinò ai suoi uomini di mettere tappi di cera all’orecchio e si legò all’albero maestro della sua nave vietando ai suoi uomini di slegarlo. In questo modo Ulisse non cadde preda di queste dolci creature. Le sirene (Leucosia, Ligeia e Partenope) ci rimasero molto male, specie Partenope, che era innamorata di lui. Per la delusione si suicidarono schiantandosi sugli scogli.

La sirena Partenope si lasciò trascinare dalla corrente delle acque del Mar Tirreno fino agli scogli di Megaride (dove oggi sorge Castel dell’Ovo). Lì fu trovata da dei pescatori che la venerarono come una dea. Una volta approdato sull’isolotto, il corpo della sirena si dissolse trasformandosi nella morfologia del paesaggio, il cui capo è appoggiato ad oriente, sull’altura di Capodimonte, ed i piedi ad occidente, verso il promontorio di Posillipo. Divenne così la protettrice del luogo. Da allora, come per “incanto”, la città, pur a distanza di secoli, continua ad essere chiamata “città partenopea” e la bella sirena ne è il simbolo. Le è anche stata dedicata una Fontana a Piazza Sannazzaro

Sempre secondo la leggenda, inoltre, pare che ogni primavera la sirena riemergesse dalle acque del golfo per salutare gli abitanti di Napoli, allietandoli con canti d’amore e di gioia.

Per ringraziarla, gli abitanti, decisero di offrirle dei doni: la farina, la ricotta, le uova, il grano, l’acqua di fiori d’arancio e lo zucchero.

La sirena, felice di questi doni, si inabissò e li depose ai piedi degli dei. Questi, mescolarono tutti gli ingredienti, trasformandoli nella prima Pastiera (di cui trovate la ricetta seguendo questo link https://www.acasadilucia.org/2024/03/29/sua-maesta-la-pastiera/)

Anche Capri è considerata la terra delle sirene. Osservandola dal Golfo possiamo notare i tratti di un corpo femminile con il capo corrispondente al monte Tiberio e i fianchi in prossimità di monte Solaro.

Esiste anche un’altra versione della leggenda: si narra infatti che Partenope fosse una fanciulla che viveva in Grecia, in un paesino che si affacciava sul Mar Jonio. La donna era innamorata del giovane Cimone, ma il loro amore era contrastato dal padre che l’aveva promessa ad Eumeo. Un giorno i due innamorati, decisero di fuggire e approdarono sulle nostre coste, dove scoprirono una terra molto fertile. Molta gente arrivò sulle coste di Napoli in visita e Partenope, amata per la pietà e la generosità che aveva dimostrato verso chiunque approdasse su quelle terre, divenne la Signora dei partenopei.

 

Se siete curiosi di vedere Napoli con occhi diversi, leggete “Napoli ’44” di Norman Lewis, per guardare la città attraverso lo sguardo di un soldato straniero durante la seconda guerra mondiale:

https://www.acasadilucia.org/2024/04/29/napoli-44-di-norman-lewis/

Rimanendo a Napoli non possiamo non suggerirvi di cliccare anche sul link sotto per una gustosa ricetta della tradizione:

https://www.acasadilucia.org/2024/09/25/le-rissole-le-cugine-dei-panzerotti/



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