23 Dic -2 AL NATALE: LA LEGGENDA DELLA ROSA DI NATALE
“Ma la foresta non ha mai più celebrato la nascita del Salvatore, e di tutto il suo splendore miracoloso non è rimasta che la pianta raccolta dall’abate Hans. È stata chiamata “Rosa di Natale”, e ogni anno a fine dicembre fa spuntare dalla terra i suoi steli verdi e i suoi fiori bianchi, come se non potesse mai dimenticare che un tempo fioriva nel giardino di Natale di Goinge.”
Provate ad immaginare una foresta innevata che la notte di Natale come per magia si trasforma in un meraviglioso giardino: è proprio quel che accade all’abate Hans, del monastero di Oved. Dopo la visita della moglie di un famoso brigante del posto, all’abate viene offerta la possibilità di assistere al fiorire di un misterioso e magico giardino, che si svela agli umani la notte di Natale per celebrare la nascita del Salvatore.
L’abate chiede al proprio arcivescovo il permesso di andare a visitare la foresta per assistere al prodigio e addirittura strappa allo stesso una promessa: ci sarà una lettera di assoluzione per il brigante in cambio di un fiore del giardino di Natale. D’altra parte, l’abate Hans è convinto che “se la gloria di Dio si manifesta a quei briganti non possono essere così malvagi da non meritare la pietà degli uomini.”
E così, la notte di Natale Hans si reca nella foresta, accompagnato solo dal frate converso.
È mezzanotte e si sente uno scampanio lontano portato da un leggero vento da sud: allora un improvviso chiarore illumina la foresta e la luce porta con sé la vita e un fiorire e rifiorire di specie meravigliose, mentre animali e cuccioli escono dalle tane per assistere al dispiegarsi del miracolo.
“La beatitudine che si annunciava era tale che il cuore voleva fermarsi, gli occhi piangevano senza che si potesse trattenerli, l’anima desiderava levarsi verso l’eternità.”
Accade però d’improvviso che la mancanza di fede in Dio interrompa il miracolo della foresta e faccia morire il vecchio abate: l’abate sentì che il suo cuore, che si era allargato di beatitudine, ora si stringeva in un insopportabile dolore. “Mai” pensò “potrò sopravvivere a questo: gli angeli del cielo erano scesi fino a me e sono stati cacciati via, volevano cantare per me inni di Natale e sono stati messi in fuga”.
Eppure… eppure, l’arcivescovo avrà il suo fiore e il brigante la sua lettera di assoluzione.
Le storie di questo libro non sono storie a lieto fine, ma sono storie di miracoli e redenzione, racconti in cui l’uomo accetta i propri limiti e vince le proprie paure, ritrovando sempre la propria innocente fiducia nella fantasia.
La leggenda della rosa di Natale di Selma Lagerlof, edito da Iperborea, è la compagnia perfetta per le sere dell’attesa, davanti a un camino scoppiettante, magari con un gatto che fusa soddisfatto.
Buona lettura!